Siracusa ha fatto bene i conti: democrazia partecipata, solo 1.200 euro da restituire

Il Comune di Siracusa è tra quelli che, in Sicilia, hanno saputo meglio fare i conti con la democrazia partecipativa. La legge regionale del 28 Gennaio 2014 ha introdotto l’obbligo per i Comuni di destinare una quota non inferiore al 2% dei trasferimenti regionali di parte corrente a progetti di democrazia partecipativa.
I cittadini possono proporre e scegliere alcune attività da finanziare.
Per incentivare la spesa è stato introdotto l’obbligo, per i Comuni, di restituire le somme non utilizzate nell’esercizio successivo. Stando ai dati pubblicati dall’assessorato regionale alle Autonomie Locali, Siracusa è -insieme a Caltanissetta, Agrigento e Ragusa – uno dei centri più virtuosi.
Se infatti la stragrande maggioranza degli enti locali siciliani dovrà restituire qualcosa come il 60% dei fondi che avrebbero dovuto destinare a “strumenti che coinvolgano la cittadinanza, per la scelta di azioni di interessi comuni”, Siracusa rimborserà alla Regione poco meno di 1.200 euro. La più virtuosa è comunque Caltanissetta, che ha speso tutti i trasferimenti; Agrigento restituirà 12,43 euro e Ragusa 306,24.
Ben altro scenario a Palermo, dove dei 314mila euro stanziati non è stato speso nemmeno un centesimo per progetti di democrazia partecipata. Stesso discorso anche per Trapani (circa 33 mila euro), Vittoria (47 mila euro), Marsala (28 mila euro) ed Enna (19 mila euro). Restituzione parziale per Messina (82mila euro spesi su circa 109mila). A Catania sono stati utilizzati 5.400 euro su 221mila destinati alla particolare finalità.