Siracusa. Il Comune vuol chiedere i danni al Ministero della Giustizia. "Cassoni e risarcimento, vari livelli di responsabilità"

Avvocatura comunale a lavoro. Ore febbrili per studiare e completare la richiesta di danni al Ministero della Giustizia. Perchè Palazzo Vermexio non è disposto a pagare per errori non suoi. La vicenda è quella dei lavori al porto Grande rimasti sospesi per i controlli sui cassoni che ha poi portato ad una conciliazione bonaria con la società consortile “Porto di Siracusa” a cui il Comune deve 4,4 milioni di euro. Il primo milione è stato versato nei giorni scorsi. “E’ una storia in cui ci sono diversi livelli di responsabilità”, spiega il sindaco Giancarlo Garozzo. “Per ora, il Comune fa fronte ai debiti. Ma abbiamo chiesto una perizia di variante sul progetto alla Regione, in modo da ottenere risparmi pari alla somma che è stata riconosciuta come giusto ristoro alla ditta”. Da Palermo, però, ancora non si hanno notizie. “Abbiamo deciso per la composizione bonaria per evitare un lungo contenzioso. Cosa che avrebbe bloccato definitivamente i lavori e quindi comportato anche la perdita del finanziamento”, dice ancora Garozzo. “I ritardi che sono alla base del risarcimento sono però legati a quella famosa inchiesta sui cassoni, poi conclusa con il loro dissequestro. Per questo ho dato mandato all’avvocatura comunale per chiamare in causa il Ministero di Giustizia. Dopo di che manderò tutto alla Corte dei Conti per appurare se ci sono state responsabilità di tecnici regionali o comunali in questa lunga storia contorta”, anticipa a SiracusaOggi.it il primo cittadino.
I lavori al porto Grande dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre 2015. Ma già a maggio il cantiere dovrebbe “abbandonare” la Marina, restituendo ai siracusani la storica passeggiata con dieci metri circa di banchina in più.