Siracusa. Scieri, il ministro Pinotti in commissione d'inchiesta: "Non troverete porte chiuse"

“La commissione d’inchiesta sulla morte di Lele Scieri non troverà porte chiuse  e nemmeno socchiuse. Il ministero della Difesa metterà a vostra disposizione tutti gli atti, anche quelli più sensibili e quelli dell’inchiesta sommaria i cui risultati sono stati portati a conoscenza dei familiari del parà siracusano morto nella caserma Gamerra di Pisa ormai 17 anni fa”. Sono parole del ministro Roberta Pinotti, ascoltata questa mattina in commissione d’inchiesta, presieduta dalla parlamentare del Pd, Sofia Amoddio. Il ministro ha chiesto di poter parlare ai deputati che compongono l’organismo per “dare un messaggio chiaro relativo ai lavori che la commissione deve svolgere”. Pinotti ha parlato di “una ferita aperta, per la mamma, Isabella Guarino, per i familiari di Lele Scieri, per i tanti amici, per la città di Siracusa e per Noto, come lo era per il papà, scomparso qualche anno fa”. Il ministro della Difesa ha detto a chiare lettere che la disponibilità è piena perché morti come quella di Scieri “restano ferite aperte anche per le forze armate. Un vulnus inaccettabile -lo ha definito Pinotti- per tutti noi. Sentiamo forte -ha agiunto il ministro- il dovere di rifiutare la prospettiva che la morte di un giovane presenti ancora oggi diverse circostanze non chiarite”. Poi un riferimento al servizio di leva.  “Rifiuto-ha chiarito il ministro Pinotti-  di considerare fisiologiche le storture e le carenze di professionalità che non impedirono al bullismo di tramutarsi in crimine. Non mi rassegno a lasciare indefinite le responsabilità”. Spazio anche ai ricordi personali di Roberta Pinotti, all’epoca una cittadina che “ascoltava le notizie e non accettava l’idea che un giovane potesse morire in quel modo. Ho un ricordo nitido di quell’evento”. Soddisfatta Sofia Amoddio. “La ministra-commenta la presidente della commissione-  ha dimostrato grande sensibilità ed ha lanciato un messaggio chiaro e forte. Lo scopo di questa commissione non è accusare l’esercito ma ripristinare la fiducia tra Stato e cittadini. Da parte mia – prosegue Amoddio – ho chiesto alla ministra di agevolare nei tempi più brevi l’accesso agli atti sensibili ed ai registri della Caserma Gamerra: in particolare i verbali delle ispezioni del 15 agosto 1999 alle 5.30 del mattino e alle 21:30 della sera; capire chi era in servizio di casermaggio il 13 agosto dato che il corpo di Emanuele è stato trovato da quattro parà addetti al casermaggio il 16 agosto. Sono tante le domande che possono trovare una risposta dai documenti militari: chi, durante il contrappello del 13 agosto a cui Scieri non si presenta, utilizza il cellulare del Generale Celentano per chiamare lo stesso Generale nella sua casa di Livorno? Chi sono i due militari che oltre a Scieri non risultano essere rientrati in caserma? Chi pattugliava la sera del 13 agosto 1999 la zona della caserma vicino alla torretta in cui è stato scoperto il cadavere?” “Confido – conclude la Presidente Amoddio – che la volontà della Ministra Pinotti di lasciare aperte tutte le porte di questa vicenda possa essere di grande aiuto alle nostre indagini e che il lavoro di questa commissione possa scacciare omertà e menzogne e quel senso di sfiducia verso le istituzioni e verso lo stato”.