Siracusa. Il ponte dei Calafatari sarà demolito ma non ricostruito

Il destino del ponte dei Calafatari, da ieri chiuso al traffico pedonale e veicolare perchè pericolante, era già segnato. C’era un progetto di riqualificazione dell’area che prevedeva già la demolizione di quel punto di raccordo tra Ortigia e la terraferma. Nel 2015 dovrebbe anche arrivare il finanziamento da un milione di euro necessario per gli interventi di decoro e per la demolizione della struttura fatiscente.
Le sue drammatiche condizioni, dopo anche la segnalazione di SiracusaOggi.it, sono state certificate da una relazione tecnica che non lascia spazio a dubbi di sorta.
Il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, non condivide però le preoccupazioni di chi ritiene che i soli Santa Lucia e Umbertino non siano ponti di collegamento sufficienti, anche come via di fuga. “In realtà, il Calafatari non ha le caratteristiche tali da renderlo una agevole via di fuga. Presenta quella curva a gomito che poco si confà con una eventuale emergenza. Considerate, poi, che il Santa Lucia è stato costruito con un finanziamento regionale che prevedeva l’utilizzo di quel ponte proprio in sostituzione di quello che adesso dovremo abbattere. Poi le amministrazioni del tempo hanno deciso di usarlo in modo difforme”. In ogni caso, due ponti sono più che sufficienti. “Si. In fondo fino a 15 anni fa erano solo due (Umbertino e Calafatari, ndr) e in Ortigia vivevano poco meno di diecimila persone, più dei residenti attuali”, spiega Garozzo.
Questo non vieta di considerare comunque la realizzazione di un terzo ponte. Ma non nell’immediato. “La priorità, da questo punto di vista, è il viadotto di Targia. Ricercheremo comunque nuove fonti di finanziamento e qualora dovesse esserci la possibilità, costruiremo altrove la nuova struttura. Non al posto dei Calafatari. Lì l’area sarà bonificata e prenderà tutto un altro aspetto. Ma potremmo collegare piazza delle Poste con via Eritrea, ad esempio. Un ponte dritto, lineare senza strettoie o curve”.