Siracusa. "Immobili popolari,il Comune non partecipa nemmeno ai bandi", la protesta della Cgil

“Il Comune non dispone di fondi per il recupero degli immobili popolari e per la riqualificazione dei quartieri dormitorio e non partecipa nemmeno ai bandi dello Stato che metterebbero a disposizione le somme necessarie”. Questo il motivo per cui la Cgil siracusana chiede un cambio di direzione. Lo fanno Roberto Alosi, segretario generale territoriale e Lucia Lombardo, con Salvatore Zanghì, responsabile Sunia. La richiesta è quella di interventi “quanto più solerti possibile”.  <<Al di là di dare una nuova impostazione urbanistica a quartieri come Mazzarrona, dotandola di tutti quei servizi e arredi urbani promessi ma mai realizzati, non v’è dubbio che il Comune debba provvedere a rendere dignitosi tutti quegli alloggi popolari la cui fatiscenza li rende quasi inabitabili>> proseguono i due sindacalisti. E incalzano: <<Paradossalmente il Comune, la cui disponibilità finanziaria è notoriamente esigua e quindi privo di possibilità di effettuare interventi di manutenzione, perde appuntamenti strategici e non partecipa a bandi con cui lo Stato ha stanziato fondi per milioni di euro destinati proprio al recupero di immobili popolari. L’Iacp di Siracusa lo ha fatto, vedendosi ammettere a finanziamento progetti per oltre 2 milioni di euro per la sola città di Siracusa. Non si tratta solo di ridare sicurezza a immobili in serie condizioni di precarietà, ma anche di ridare decoro a chi vi abita, nonché offrire opportunità di lavoro: se l’Amministrazione comunale avesse partecipato al bando, avrebbe attinto ai fondi statali esattamente come accaduto per l’Iacp e di conseguenza avrebbe potuto avviare cantieri che avrebbero dato lavoro a tanti manovali disoccupati>>.”Il degrado socio economico delle nostre periferie, la fatiscenza degli immobili popolari e la mortificazione ambientale di vaste aree urbane all’interno del perimetro della nostra città – dichiara Roberto Alosi, Segretario generale CGIL – alimentano l’assenza di punti di riferimento certi soprattutto per i giovani che crescono in ambienti privi di regole e di cultura della legalità. L’assenza del decoro urbano, il senso di abbandono educativo e il vuoto di prospettiva abitativa, lavorativa e di sicurezza espongono fette rilevanti della nostra comunità al rischio concreto del malaffare e della criminalità”.