Siracusa. La burocrazia inflessibile sui centimetri: via l'insegna del Don Camillo. "Indigniamoci"

La burocrazia alle volte è questione di centimetri. Ne sa qualcosa Giovanni Guarneri, rinomato chef siracusano. Il suo Don Camillo – istituzione in Ortigia – ha dovuto mandare in pensione la sua storica insegna in legno. “Dopo 33 anni, siamo stati costretti a rimuoverla. Era stata autorizzata nel lontano 1985 e rimasta sempre lì, su quella parete di via delle Maestranze. Adesso abbiamo dovuto rimuoverla perché qualche anno fa saltammo, colpevolmente ma inconsapevolmente, un passaggio burocratico. Il problema non è di natura economica perchè sull’insegna non si paga alcuna tassa, si tratta dunque di un errore, un semplice errore burocratico, per colpa del quale la nostra insegna ha perso la sua locazione storica”, racconta amareggiato. “L’errore è saltato fuori in seguito a un controllo le cui conseguenze sono state una sanzione (pagata, ndr) e intimazione alla rimozione”. Sic et simpliciter.
“Abbiamo provato a discutere con chiunque potesse essere in grado di aiutarci, dall’ amministrazione comunale alla soprintendenza. Tutti solidali con noi, concordi nel dire che questa soluzione fosse assurda, ma da regolamento alcuni centimetri in più rendono la nostra insegna un oggetto che deturpa il centro storico e quindi va rimossa, pena ulteriori sanzioni anche quotidiane”.
Un’elegante insegna in legno, non un oggetto luminoso o fuori contesto, deturpa Ortigia. Ecco risolti i problemi del centro storico. Sono le regole, si dirà. Incredibile ma vero. E il buon senso? In una città dove la Tari è evasa al 40%, l’abusivismo commerciale impera e le truffe alimentari (fortunatamente contrastate) sono dietro l’angolo si capisce che i centimetri di una insegna siano la priorità.
“Dovremo presentare un nuovo progetto per un’insegna più piccola e possibilmente realizzata in elegante plastica anziché legno com’era la nostra”, racconta Guarneri. “Persino Cetto Laqualunque guardandosi intorno capirebbe che qualcosa che non quadra in questa situazione. Ortigia pullula di totem colorati, insegne creative realizzate con vecchi copertoni, biciclette, pallet, scale a pioli, sedie, motociclette, eppure a crear fastidio è la nostra insegna che, chiaramente, risultava fuori luogo in mezzo a tanta eleganza. Le regole sono regole e noi ci adeguiamo diligentemente, ma lasciateci almeno la facoltà di indignarci”.