Siracusa. La nuova Marina apre per le passeggiate. Per gli yacht problema pescaggio

Conto alla rovescia per la riapertura della banchina della Marina. Fervono i lavori per restituire ai siracusani la loro storica passeggiata con vista mare. Ed in effetti, in una prima fase, la riqualificata banchina non servirà per molto altro se non per le camminate del fine settimane.
Per vedere attraccare il primo yacht bisognerà ancora attendere. Manca il collaudo tecnico dell’opera e per il momento non ci sono servizi in banchina: luce e acqua. Per il servizio idrico, è stata trovata dai tecnici una prima soluzione che permetterà di ovviare in brevissimo tempo all’inconveniente. Per quel che riguarda la linea elettrica, serviranno ulteriori lavori (e scassi). Il Comune non è rimasto a guardare e ha stanziato circa 80.000 euro per questa operazione urgente.
Ma a preoccupare gli operatori portuali e gli agenti marittimi sono i tempi di realizzazione. Il rischio è che mezza stagione di attracchi possa saltare. E non è l’unico motivo di ansia. C’è infatti il problema legato alla portata del pescaggio. Da sette metri è stato ridotto a cinque per realizzare le “solette” dei cassoni. Considerando i circa 40/50cm di tolleranza per movimenti della marea il pescaggio effettivo si riduce a 4,5 metri. Vale a dire che molti degli yacht di lusso, visti anche negli anni passati, non potranno attraccare alla Marina. Se non accettando una sorta di clausola di responsabilità in caso di danni. Problema che potrebbe essere risolto temporaneamente attraverso i cosiddetti “distanziatori” oppure in via definitiva con il completamento dei lavori al Molo Sant’Antonio dove l’ampio pescaggio contente l’attracco di mega yacht e navi da crociera.
“Però questo è il problema principale di una progettazione fatta diversi anni fa, senza una conferenza di servizi in cui far presente anche il parere degli operatori del settore”, lamenta Alfredo Boccadifuoco, uno dei principali operatori del Mediterraneo.
In ogni caso, Siracusa si riprende la sua Marina. Intanto da terra. Il segnale, in tempi di lavori pubblici infiniti, è positivo. C’è, però, ancora da lavorare.