Siracusa. Miasmi, l'assessore Italia: "I protocolli non ci interessano. Vogliamo sapere cosa respiriamo"

“Il Comune non firmerà il nuovo protocollo dell’Ambiente a meno che con contempli il controllo pubblico del monitoraggio dell’aria, a cui fare seguire azioni specifiche”. Non lasciano spazio ai dubbi le parole del vice sindaco di Siracusa, Francesco Italia, a pochi giorni dall’ultimo “episodio acuto” di miasmi che giovedì sera, per almeno due ore, è stato avvertito dai residenti della zona di Grottasanta, viale Tunisi e piazza San Giovanni. All’assessore all’Ambiente non piace parlare di “protocolli” e “documenti, come quello del 2005, rimasti lettera morta. Adesso lo si modifica e “infiocchetta- prosegue Italia- ma all’amministrazione comunale non interessa se non produce effetti concreti e immediati”. Il vice sindaco ribadisce le lacune che il sistema di rilevamento delle sostanze inquinanti sconta, fino ad oggi, nell’area industriale e in città. “Quando si verificano sfiaccolamenti- ricorda il vice sindaco- non sappiamo cosa viene bruciato, perchè molte sostanze non vengono ancora monitorate. Impossibile, quindi, conoscere anche gli effetti che l’emissione di questi fumi comporta per l’ambiente e la salute dei cittadini”. Le centraline gestite dall’ex Provincia e dall’Arpa non sarebbero adeguate alle esigenze del territorio. “Molte sono in manutenzione- spiega Italia- e quindi non funzionanti. In altri casi avrebbero bisogno di una riequilibrature. Le centraline del Cipa, invece, sono all’avanguardia e precise. Per questo chiediamo con forza che a gestirle non siano i privati,le stesse aziende del polo petrolchimico, ma l’amministrazione comunale, un ente pubblico che possa garantire la massima trasparenza, fermo restando che certamente il lavoro viene già svolto nel migliore dei modi”. Su questo palazzo Vermexio non avrebbe intenzione di fare alcun passo indietro. “Il sindaco è determinato- conclude Italia- perché si fa portavoce dell’esasperazione dei cittadini, che non hanno nessuna intenzione di respirare veleni di cui nemmeno conosce il nome. Assurdo, ad esempio, che non vengano rilevate sostanze tra le più nocive, come il benzene o lo xilene”.