Siracusa. "Non pagati i premi ai vincitori del Vittorini ormai cancellato e le case editrici ridono di Siracusa". La denuncia di Arnaldo Lombardi

Vi ricordate del Premio Letterario Vittorini? La serata finale, con la premiazione degli scrittori e ospiti musicali di grido, si svolgeva al teatro greco con Fabrizio Frizzi a fare da mattatore. Ma l’edizione 2013 non è andata in scena. Ufficialmente rinviata a data da destinarsi, come spiegò ad ottobre dello scorso anno l’allora commissario della Provincia Regionale, Alessandro Giacchetti. “Una scelta dolorosa”, commentò, dovuta alle difficili condizioni finanziare dell’ente. “Attenderemo momenti migliori per procedere alla cerimonia di consegna dei premi”, si disse nell’immediato. Ad oggi, però, del Premio Vittorini non c’è traccia. Vittima anche lui della riforma delle Province. Il problema però è che Siracusa si è giocata la faccia sul rinvio/cancellazione della premiazione. E si è guadagnata le ironie delle principali case editrici italiane riunite al Salone del libro di Torino. “Ci siamo trovati in serio imbarazzo per l’interruzione da parte della Provincia dell’iter del  Vittorini e principalmente per il mancato pagamento ai vincitori 2013 del premio loro conferito e annunciato sui principali media dai vari uffici stampa delle case editrici”, racconta oggi un amareggiato Arnaldo Lombardi, editore da sempre vicino a Siracusa e affezionato del Premio Vittorini. “Al di là dell’inadempienza economica, si è parlato anche di danni arrecati alle case editrici ed agli stessi scrittori vincitori che non hanno partecipato ad altri concorsi letterari prestigiosi perchè sulla carta già premiati a Siracusa”. Arnaldo Lombardi non è tenero con i vertici dell’ex Provincia. “Mi dicono che l’ente continui a pagare per sagre locali mentre dimentica il Vittorini che è stato un fiore all’occhiello”, appunta perplesso. Rapporto sempre “complicato” quello di Siracusa con uno dei suoi figli più illustri: Vittorini. Come testimoniano anche alcuni passaggi del libro del figlio Demetrio dal titolo “Mio padre Elio” dove alcuni brani non sono certamente lusinghieri su Siracusa e sui siracusani.