Siracusa. “Questo non è amore”, la polizia in piazza per le donne: stand in largo XXV Luglio

“Se pretende amore o sesso quando tu non vuoi, se ti intimidisce, ti fa del male fisico, ti spinge o schiaffeggia. Se ti offende , umilia, se minaccia i tuoi figli. Se ti chiede l’ultimo appuntamento, se ti prende a calci, ti tira i pugni, ti strappa i capelli. Se ti telefona di continuo per insultarti, se minaccia la tua libertà anche enomimica, Se ti infastidisce con sms ossessivi, Se ti controlla, se ti segue. Se ti isola, ti ricatta, danneggia le tue cose. Questo non è amore”. La Polizia di Stato è impegnata oggi, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in un’attività di sensibilizzazione in largo XXV Luglio. Poliziotte e poliziotti parlano con i cittadini, ascoltano le donne, anche con interviste anonime, per conoscere meglio il territorio, gli eventuali rischi. I numeri della violenza di genere in Italia restano preoccupanti e preoccupanti sono quelli relativi alla sua conseguenza estrema, il femminicidio. In tal caso, in Italia, l’81 per cento delle donne uccise, lo sono state per mano di un familiare, molto spesso il compagno. Numeri che tra il 2018 e il periodo gennaio-agosto 2019 non hanno subìto sensibili miglioramenti. In provincia, il questore Gabriella Ioppolo parla di un lavoro incessante da parte della polizia a contrasto di questo fenomeno. Dalle sue parole l’invito a denunciare, con la certezza di avere le forze dell’ordine a proprio sostegno. La questura di Siracusa ha realizzato un video, che racconta il fenomeno ma che racconta anche e soprattutto l’attività della polizia su questo versante. L’iniziativa, insieme ad altri eventi di sensibilizzazione, come gli incontri nelle scuole, organizzati in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale, è volta a rompere l’isolamento e il dolore delle vittime di violenza, offrendo il supporto di un’equipe di operatori specializzati, in prevalenza composta da donne e formata da personale di Polizia, da medici, psicologi e da rappresentanti dei centri antiviolenza.
In questa prospettiva si muove anche l’adozione del protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) da parte di tutte le Questure d’Italia. Procedura che consente agli equipaggi di Polizia, chiamati dalle sale operative ad intervenire su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare. Tutto questo attraverso una procedura che prevede la compilazione di checklist che, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, consentono di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterate.

La legge consente adesso alle forze dell’ordine di ricorrere al cosiddetto Codice Rosso, come spiega il questore, Gabriella Ioppolo.