Siracusa. Ricci e fatture false: maxisequestro con denuncia

Ancora un maxi sequestro operato dalla Guardia Costiera con il coordinamento della Procura della Repubblica di Siracusa. Attenzione puntata sui ricci di mare in periodo di fermo biologico. Sequestrati 114 Kg di polpa di riccio contenuta in 1.900 bicchierini in plastica e 10 bottiglie contenenti liquido dello stesso echinoderma.
L’ingente quantitativo è stato rinvenuto dai militari della Capitaneria all’interno di un garage privato privo di qualsiasi atto autorizzativo che ne attestasse il possesso dei requisiti previsti in materia igienico-sanitaria.
Rinvenute, inoltre, oltre 27 false fatture, timbri e moduli autoricalcanti all’interno dell’abitazione del titolare, un siracusano, che è stato denunciato per aver redatto ed utilizzato false fatture per la vendita di polpa di riccio.
L’operazione ha tratto origine da alcune fatture rinvenute presso diversi ristoratori, durante gli ordinari controlli della capitaneria aretusea circa la rintracciabilità dei prodotti ittici, apparentemente emesse da società risultate poi del tutto estranee alla compravendita della “preziosa” polpa.
Intensa l’attività di indagine messa in campo dai militari che ha permesso di risalire all’origine delle fatture e della messa in commercio della polpa, che doveva passare inosservata all’occhio dei militari della Capitaneria. Il fermo biologico, infatti, interessa i soli ricci di mare pescati in acque ricadenti sotto la giurisdizione nazionale.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno, è pertanto stata disposta la perquisizione personale, locale ed informatica da parte dei militari e del Nucleo Investigativo Telematico della Procura di Siracusa.
Da lì la scoperta delle false fatture all’interno dei dispositivi informatici ed il rinvenimento dell’ingente quantitativo di polpa di ricci pronta per la messa in commercio.
Il prodotto ittico ispezionato da medico veterinario dell’Asp 8 di Siracusa è stato giudicato non idoneo al consumo umano e da destinare alla distruzione.