Siracusa. Riserva alla Pillirina: tocca al Tar. "Terreni privi di naturalità" per uno studio, la replica dei Verdi

La battaglia sulla Pillirina ha segnato un punto a favore degli ambientalisti ma la parola fine è ancora ben lungi dall’essere scritta. Se è, infatti, ufficialmente iniziato l’iter per l’inserimento della zona di Capo Murro di Porco nell’elenco dei parchi e riserve della Regione Sicilia, dopo la firma dell’assessore regionale Croce, è altrettanto vero che sarà il Tar a scrivere una nuova pagina.
Gli avvocati di Elemata, la società che era interessata alla costruzione di un resort e proprietaria di circa 80 ettari di terreno ricadenti nell’area della istituenda riserva, stanno predisponendo un nuovo ricorso ai giudici amministrativi. E’ il quarto presentato nel giro dell’ultimo mese ma ripercorrendo a ritroso la vicenda si arriva a 13, il primo datato 2011. E considerando proprio quella data e alla luce della richiesta urgente di trattazione, tra settembre e ottobre il Tar potrebbe iniziare l’analisi delle carte della complessa vicenda.
E non è escluso che si possa assistere ad un nuovo colpo di scena, compreso l’annullamento della istituzione della riserva. Fonti vicine alla società del magnate Di Gresy mostrano un cauto ottimismo. Forti, ad esempio, della sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava il procedimento nullo perchè pareri richiesti a monte – quelli di Comune e Provincia – sarebbero invece stati prodotti quasi alla fine dell’iter. La Corte segnalava inoltre diverse criticità nella legge regionale attraverso la quale si istituiscono le riserve.
La società privata aveva peraltro chiesto ad aprile e poi nei giorni scorsi di essere ascoltata dalla Quarta Commissione Ars, con documenti protocollati prima della seduta del 15 luglio.
Una convocazione che non è mai arrivata e che potrebbe dare il via a nuove richieste risarcitorie sia “per responsabilità diretta ai sensi dell’articolo 28 della Costituzione, che di segnalazione dei danni erariali correlati tra l’altro alla mancata previsione di mezzi finanziari ed all’esposizione dell’amministrazione regionale ai relativi risarcimenti” come si legge nella nota inviata da Elemata anche alla Corte dei Conti.
Nella seduta del 15 luglio erano due i punti all’ordine del giorno: Rno Maddalena e Capo Murro di Porco; e poi la proposta di modifiche alla legge regionale dei parchi e riserve a seguito della illegittimità pronunciata dalla Corte Costituzionale. Una coincidenza di trattazione tra due temi apparentemente in antitesi che ha sorpreso la società privata.
I terreni della Pillirina, costati circa 20 milioni di euro, vennero acquistati come edificabili – lo erano sin dal 1973 – salvo poi la variante sopraggiunta in un secondo momento. Non sarebbero di particolare pregio, tale insomma da giustificare l’istituzione di una riserva, almeno secondo uno studio commissionato da Elemata. Il docente universitario Giuseppe Rosisvalle parla di terreni “a bassa bio-permeabilità” che poco si adatterebbero ad una rno. In particolare, si legge nella relazione che “dal confronto appare evidente come negli ultimi 4 anni l’area non ha subito un miglioramento o comunque un aumento di naturalità con la conseguenza che non si rinvengono i presupposti fondamentali per la sussistenza della Riserva Naturale Orientata”. Vi sono, infatti, per diversi ettari delle serre. Secondo gli studiosi, il concetto di biopermeabilità “permette di conoscere, sulla base di un approccio immediato, quelle aree che possono assolvere meglio di ogni altra (aree libere da urbanizzazioni, antropizzazioni intensive, infrastrutturazioni e forme di produzione agricola intensive) alle funzioni di collegamento ecologico per le componenti faunistiche e per la tutela della biodiversità”.
Risponde punto su punto Peppe Patti, ex presidente del WWF e portavoce dei Verdi Siracusa. “Le osservazioni presentate da Elemata con lo studio commissionato al professore Rosisvalle sono state esaminate e bocciate dal Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale. Una bocciatura con tanto di motivazioni tecnico-scientifiche”. Quanto alla mancata audizione in Commissione di Elemata, Patti spiega che “la società privata non aveva alcun diritto ad intervenire perchè non è previsto dalla legge”. Il portavoce dei Verdi non capisce, poi, dove sia la sorpresa nella trattazione di quei due punti all’ordine del giorno, nella stessa seduta. “Per quel che riguarda la Pillirina, le osservazioni motivate presentate dal Comune di Siracusa hanno permesso di bypassare la parziale incostituzionalità della legge segnalata dalla Corte”.
Peppe Patti guarda, insomma, con fiducia all’istituzione della Riserva senza ostacoli di sorta. “Comprendo il nervosismo di Elemata. Ma si rassegnino. Basta, sono tutte cose ormai superate dagli eventi. Mi spiace solo che siano stati, a mio avviso, mal consigliati da chi li ha portati a Siracusa”.