Siracusa. Sanità pubblica, quadro poco confortante. "Reparti chiusi, tempi di attesa lunghi. Rispetto per i siracusani"

Un problema di natura personale, la necessità di ricorrere alle strutture sanitarie pubbliche e l’impatto con una realtà fatta di carenze. Il consigliere comunale Cosimo Burti ha preso carta e penna ed ha scritto una lettera aperta indirizzata al primo cittadino. “Dovevo prenotare ad un mio familiare un esame cardiologico presso il reparto di Medicina Nucleare del nostro ospedale. Apprendo che l’esame non è praticabile perché la struttura in oggetto è chiusa per lavori di ristrutturazione e di riallineamento a normative non ben specificate, o forse non ben comprensibile da chi, come il sottoscritto, non è particolarmente addentro a queste problematiche”. Riapertura? “I lavori in corso si protraggono da circa 2 anni”, racconta Burti. “L’alternativa propostami risultava quella di rivolgermi ad una struttura esterna convenzionata parzialmente per la tipologia di esame che avrei dovuto prenotare. La domanda sorge spontanea: in 2 anni quanti esami saranno stati praticati in questa struttura? Ma la cosa diventa sempre più strana nel momento in cui, facendo mente locale e ricercando notizie giornalistiche di quel periodo, appuro che all’atto della chiusura il Direttore Generale dichiarò pubblicamente che i lavori di ristrutturazione si sarebbero protratti per un massimo di 30 giorni. Ho iniziato allora raccogliere informazioni a titolo personale per verificare la veridicità di tante lamentele”.
Ed ecco l’elenco poco confortante presentato al sindaco. “Sei a conoscenza che da circa un anno il reparto di Oculistica non è dotato di un apparecchio per la terapia con laser, costringendo i nostro concittadini, soprattutto i diabetici mi informano, a rivolgersi alla struttura ospedaliera di Avola o a strutture di altre province? Sei a conoscenza che i tempi di attesa, le famose liste, per la colonscopia e gastroscopia sono di semestri e anche oltre? Onestà intellettuale mi impone di rassicurarti che comunque, se si ha disponibilità economica (all’incirca 150 euro, ndr), lo stesso esame si può effettuare in pochi giorni nella stessa struttura e con lo stesso personale. Che gli stessi tempi d’attesa, se non addirittura più lunghi, valgono anche per le Tac, le Risonanze Magnetiche e gli esami Ecografici? E che dire dei reperti istologici che vengono rilasciati a nostri cittadini non prima di 30 giorni? Ancora: che se oggi un paziente decidesse di prenotare una normale visita diabetologica all’ospedale Umberto I° si sentirebbe rispondere che i tempi d’attesa si protrarrebbero al 2017? Una buona notizia comunque te la posso dare: per una visita endocrinologica dovresti attendere solo 6 mesi!”.
E che dire dei viaggi fuori provincia. “Obbligatoriamente se si deve praticare un ciclo di radioterapia per i nostri ammalati oncologici. Infatti la tanto auspicata apertura del reparto, a dispetto dei roboanti annunci di stampa con cui veniamo sommersi periodicamente sin dall’insediamento dell’attuale management, viene smentita dai fatti: la verità è che, a tutt’oggi, la radioterapia non è stata attivata. Eppure all’atto dell’insediamento dell’attuale manager, invitato in consiglio comunale a partecipare ad un incontro sulla problematica del costruendo nuovo ospedale a Siracusa, dopo aver glissato sull’argomento in questione pensò bene a sottolineare che la priorità sarebbe stata riservata a risolvere le carenze dell’attuale struttura di via Testaferrata. Per carità, nessuno si sarebbe aspettato miracoli, ma quantomeno iniziative tese a ridurre il gap che ci separa dalle altre province vicine”.
Per la cosiddetta migrazione passiva dei siracusani ammalati vengono spesi “quasi 70 milioni di euro l’anno”. Burti invita il sindaco a prende in mano la situazione “che col silenzio e la connivenza di settori e ambienti, anche politici, che gravitano nel mondo della sanità locale, si avvita in una spirale di inefficienza che i tuoi concittadini non meritano. E’ passato troppo tempo per non rendersi conto che ci si è incamminati verso una strada di arretratezza che non può non essere portata a conoscenza di chi riveste ruoli atti a porre rimedio alle inadempienze denunciate”.