Siracusa. Sbigliettamento della Neapolis, la replica di Italia: "Difesa dell'indifendibile"

“Le informazioni trasmesse dall’onorevole Vinciullo, evidentemente molto più interessato a difendere il suo assessore che a rimediare alle condizioni in cui ha lasciato i siti regionali di siracusa fino al 31 maggio, con moltissimi siti ancora chiusi o aperti per poche ore al giorno come il Castello Maniace, sono, come sempre, usate in modo parziale e strumentale”. Continua la diatriba a distanza tra il deputato regionale e il Comune di Siracusa, in questo caso rappresentato dal vice sindaco Francesco Italia.
“Il comune di Siracusa ha proceduto in più occasioni a rendicontare le somme in oggetto sulla base di programmi condivisi e sottoscritti dalla sovrintendenza, in perfetta coerenza con quanto previsto dalla convenzione e dalla legge. Numerose sono state le riunioni con gli assessori regionali ed i funzionari, con piena apertura rispetto alla possibilità di mediare rispetto non agli obblighi nascenti dalla convenzione, ma alle modalità di rendicontazione delle somme. Il fatto, però, che questo o quel funzionario regionale abbiano mutato unilateralmente interpretazione su una convenzione sottoscritta anni fa e sulla quale l’interpretazione è stata sempre univoca, non può certo addebitarsi a questa amministrazione. Ovviamente, ogni cosa che dico è riscontrabile e provata dai documenti. La nuova convenzione, sempre in base a quanto riferito dai funzionari regionali non potrà essere firmata se non dopo aver sanato il pregresso.Piuttosto che confondere i cittadini e sputare sentenze cercando di difendere l’indifendibile – attacca Italia – l’onorevole Vinciullo dovrebbe chiedersi e raccontare ai cittadini siracusani, cosa l’assessorato regionale abbia fatto del 1.700.000 euro di fondi vincolati nascenti dalla suddetta convenzione e destinati esclusivamente alle attività previste dalla convenzione. Non per difendere l’operato di questo o quell’assessore né per tentare di attribuire alla nostra amministrazione colpe che evidentemente non ha, ma nell’interesse pubblico, dei nostri beni culturali regionali e di quell’immagine mortificata dei nostri siti regionali chiusi o invasi da sterpaglie per cui migliaia di cittadini e turisti si sono giustamente indignati”.