Siracusa. Sciopero della fame per il nuovo ospedale, Raiti e Baio(Pd): “Noi con Vinciullo”

Sono andati a manifestare la propria solidarietà a Vincenzo Vinciullo e ai consiglieri comunali Basile e Castagnino ieri mattina, poco dopo l’inizio dello sciopero della fame e dell’occupazione simbolica e pacifica della hall dell’ospedale Umberto I. Turi Raiti e Salvo Baio, esponenti del Centrosinistra siracusano (Partito Democratico) prendono posizione, a titolo personale, in merito alla vicenda che domani potrebbe trovare qualche risposta in più, dopo il previsto incontro tra l’assessore regionale Razza e il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. Un incontro istituzionale, nel corso del quale tuttavia si dovrebbe anche toccare il tema nuovo ospedale con la possibilità che sia anche la sede per rendere noto in maniera ufficiale (diverse le indiscrezioni già trapelate) il contenuto della “super perizia” relativa all’area scelta dal consiglio comunale di Siracusa.  Baio e Raiti definiscono “giusta la protesta di Vinciullo e dei consiglieri. Pertanto abbiamo dato a titolo personale la nostra solidarietà. Anche il Partito democratico ha più volte denunciato i ritardi dei vari governi regionali che da oltre venti anni promettono la realizzazione dell’opera senza far seguire alle promesse i fatti. Non abbiamo pregiudizi e giudicheremo nel merito le proposte di localizzazione della nuova struttura ospedaliera che saranno avanzate-proseguono i due esponenti politici- purché rispettose delle prerogative del Consiglio comunale”.  Baio e Raiti entrano anche nel merito delle dichiarazioni rilasciate dall’assessore Razza dopo avere appreso dello sciopero della fame avviato dall’ex presidente della commissione Bilancio dell’Ars e dai consiglieri di “Siracusa Protagonista”. “Ci saremmo aspettati-dicono Raiti e Baio-   meno livore e più rispetto nei confronti di una civile e legittima protesta. Questo è il tempo, purtroppo, in cui agli uomini di governo, da Roma a Palermo, a Catania viene l’allergia tutte le volte che qualcuno dissente dal pensiero unico e si permette di criticare il “governo del cambiamento” siciliano”.