Siracusa. Spendono tutto per il ticket del treno, aiutati da due agenti municipali e un edicolante

Una storia difficile, che inizia con uno sbarco, poi la fuga, gli stenti, forse un raggiro e infine la partenza. Tutto ha inizio dalla segnalazione, ieri, di alcuni zainetti abbandonati su una panchina del piazzale della Stazione Ferroviaria di Siracusa. Sul posto, una pattuglia della polizia municipale di Siracusa. Una volta raggiunta la panchina e controllati gli zaini, gli agenti in servizio hanno scoperto che appartenevano ad otto giovani pakistani. “Avevano acquistato i biglietti per raggiungere, dal capoluogo, Napoli- racconta Luca Cerro-  ma, una volta pronti per salire a bordo di quel treno, hanno appreso che per loro, in realtà, non c’era nessuna possibilità di partenza, essendo privi di documenti d’identità. Un duro colpo, dopo avere anche speso dei soldi, tutti quelli che a fatica avevano messo da parte proprio per poter partire, per poter ricominciare. Qualcuno quei biglietti, del resto, glieli ha venduti, consapevole che non avrebbero potuto utilizzarli”. Nel dettaglio si tratterebbe di un’agenzia. Difficile inizialmente riuscire a venirne a capo, ricostruire la vicenda. I ragazzi parlavano un inglese stentato. Gli agenti, con il supporto di Simonetta Cascio dell’Arci, hanno infine scoperto che i ragazzi erano arrivati in Italia con un barcone, lo scorso settembre, sottoposti a tamponi e quarantena, quindi alloggiati in un centro d’accoglienza di Rosolini dal quale erano poi andati via.  “Quei biglietti -prosegue Cerro- li avevano acquistati a caro prezzo. Erano stanchi, senza un centesimo in tasca, affamati, addirittura digiuno da due giorni. Abbiamo pensato- racconta l’agente  – che il cuore dovesse aiutare la nostra testa a trovare una soluzione.  Abbiamo offerto loro la colazione e  contattato il fratello di uno dei ragazzi. Abita a Milano e si è prestato a pagare i biglietti del bus per tutti loro, acquistandoli  via internet. Quei ticket sono arrivati in pochi minuti via email al giornalaio della stazione, Enrico. Proprio lui li ha quindi stampati e consegnati ai ragazzi. Ieri pomeriggio, la partenza. E’ una storia di ordinaria umanità- conclude Luca Cerro- Andava raccontata”.