Siracusa. Tanino Firenze rompe il tabù: "Dimissioni. I presidenti delle Commissioni facciano un passo indietro"

Con le sue parole ha rotto un tabù. Anzi, di parola ne è bastata una: dimissioni. Nessuno dei 40 del quarto piano di Palazzo Vermexio aveva avuto l’ardire di pronunciarla. Lo ha fatto il consigliere comunale Tanino Firenze, in quello stralcio di intervista andata in onda su La 7, durante La Gabbia.
E a qualche ora di distanza non ha certo cambiato idea. “I presidenti delle commissioni dovrebbero dimettersi. Tutti. Un passo indietro sarebbe utile per fare scendere la pressione”, spiega contattato dalla redazione di SiracusaOggi.it.
“Due commissioni al giorno sono già una follia, figuriamoci tre. L’errore c’è stato e i numeri sono chiari. Non mi tiro fuori, anche io sono in mezzo al baillame, sono un consigliere comunale. Ma il problema cerco di affrontarlo e dobbiamo prendere atto della necessità di un segnale. Non per trovare un colpevole a tutti i costi, ma un segnale lo si deve dare”, insiste Firenze.
Poco convinto, comunque, che qualcuno dei presidenti deciderà di dimettersi dalla carica. “Chiedetelo a loro se lo faranno. Manca la cultura delle dimissioni. Per dignità dovrebbero farlo, per dare dimostrazione di una volontà di cambiamento”, argomenta il consigliere comunale.
Che ha incassato il sostegno di qualche collega al termine di una riunione di commissione, questa mattina. “Però mi dicono che le convocazioni siano diminuite da quando è scoppiato il caso”, dice ancora Firenze, componente della terza e dell’ottava commissione.
“Abbiamo sbagliato. Questo è il momento di cospargersi il capo di cenere. L’errore è evidente. E poi, secondo me, i 656 mila euro sono solo la punta dell’iceberg…”, butta lì sibillino. “C’è chi si è dimenticato del posto di lavoro a forza di commissioni quotidiane. Ne bastano due a settimana e gli altri giorni in ufficio o in azienda, normalmente. Non sono un arbitro e non butto la croce addosso agli altri: deve valere per me per primo. E’ che qua mi sembra che siano tutti troppo giovani e senza cultura del governo”.