Sequestro beni per 300.000 euro, colpito un esponente della criminalità organizzata

La Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito un provvedimento di sequestro nei confronti di un 52enne di Solarino, Massimo Calafiore. Sigilli apposti ad un appartamento, ad un’autovettura di grossa cilindrata ed a rapporti bancari e finanziari per il valore complessivo di circa 300.000 euro.
Il provvedimento giunge al culmine di complesse e articolate indagini, che hanno consentito di evidenziare quella che gli investigatori definiscono “la pericolosità sociale del soggetto” e la sproporzione tra i redditi dichiarati ed i beni nella sua disponibilità, anche tramite prestanomi. “L’approfondimento di natura patrimoniale ha fatto emergere un’assoluta sperequazione reddituale del proposto e del rispettivo nucleo familiare per il periodo che va dal 2000 al 2018”, spiegano dalla Guardia di Finanza.
L’insieme dei redditi dichiarati e/o percepiti, confrontati con il valore dei beni acquistati e con le ulteriori uscite rilevate nel periodo temporale di riferimento, sono risultati assolutamente insufficienti a giustificare gli acquisti stessi dimostrando così un tenore di vita decisamente elevato ed incongruo rispetto alle possibilità.
Le indagini sono state avviate di iniziativa dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Siracusa e sono state sviluppate sotto la direzione della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania.
L’attività investigativa si è avvalsa dei più moderni sistemi informatici come il software “Molecola”, creato dal Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Scico) nonché della “Dorsale Informatica”, ulteriore software creato secondo i moderni canoni di ingegnerizzazione informatica, di recente rilasciato dal Comando Generale della Guardia di Finanza.
Calafiore è considerato nome di primo piano nel mondo della criminalità organizzata. Negli anni diverse le condanne a suo carico per il reato di associazione mafiosa e per traffico di sostanze stupefacenti.
Durante la scorsa estate è stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere, perché coinvolto in un recente procedimento penale sviluppato dalla DDA di Catania e culminato nell’operazione convenzionalmente denominata “San Paolo”, eseguita dall’Arma dei Carabinieri.