Sorpresa: è tornata la tassa di soggiorno. Ma non era stata sospesa per il 2020?

Con una decisione passata sin qui sotto silenzio, l’amministrazione comunale di Siracusa ha riesumato la tassa di soggiorno. Nei minuti scorsi diversi operatori alberghieri hanno ricevuto la comunicazione, non senza sorpresa. Non solo perché, in tempi di covid, il settore turistico risulta quello più colpito ma soprattutto perché il Comune a fine aprile aveva annunciato di non voler riscuotere per tutto il 2020 la tassa di soggiorno. “Per venire incontro al sistema produttivo locale, l’amministrazione comunale di Siracusa ha deciso di non far riscuotere per tutto il 2020 la tassa di soggiorno, versata dagli ospiti delle strutture ricettive. Inoltre, il versamento dell’imposta incassata da gennaio a marzo di quest’anno potrà avvenire nel 2021”, recitava ad aprile il comunicato inviato da Palazzo Vermexio ad ogni redazione.
In silenzio, questa volta, era passata sino ad ora la delibera immediatamente esecutiva numero 20 del 16 giugno 2020, ovvero la revoca del provvedimento che sospendeva la tassa di soggiorno alla luce della grave crisi economica.
“L’imposta di soggiorno è dovuta dai soggetti, non residenti nel Comune di Siracusa, che pernottano nelle strutture ricettive ubicate nel territorio del Comune di Siracusa. Deve essere corrisposta per ogni pernottamento, fino a un massimo di 4 pernottamenti consecutivi, al gestore della struttura ricettiva che rilascia quietanza delle somme riscosse”, recita il provvedimento, complicato anche da recuperare sul sito istituzionale dell’ente.
“I gestori delle strutture ricettive hanno l’obbligo di dichiarare all’Ente, entro il 16° giorno del mese successivo ad ogni trimestre solare, l’imposta dovuta e di effettuare il versamento delle somme riscosse”, ricorda ancora il documento ufficiale di Palazzo Vermexio.
Insomma, la crisi è finita. Almeno per chi si occupa di accoglienza e ricettività, secondo questa delibera.
Ma i gestori di hotel e strutture extralberghiere mostrano di non aver gradito la “sorpresa” arrivata nelle ultime ore.
Probabilmente, il “ravvedimento” è legato a ragioni di ordine contabile. Senza la reintroduzione della tassa di soggiorno, infatto, il Comune di Siracusa non avrebbe potuto richiedere i fondi nazionali destinati alla copertura delle perdite in bilancio. Da qui la decisione del commissario che mette la giunta in difficoltà con quell’annuncio, ora infelice, di fine aprile.

Foto dal web