Spero: il progetto di un porto turistico per Siracusa. “Non miriamo ad alcun risarcimento”

Vittorio Pianese, presidente della Spero, non ci sta. Ha aspettato qualche ora dopo aver letto e riletto le critiche piovute addosso al progetto per la realizzazione di un porto turistico a Siracusa che da un lustro abbondante divide e fa discutere l’opinione pubblica siracusana. “Devo constatare, con dispiacere e imbarazzo, che alcune prese di posizione, compresa quella di Gian Antonio Stella sul Corriere della sera, che mi ha fatto finire nel tritacarne mediatico, continuano ad ignorare fatti di assoluto rilievo che sono stati da me evidenziati e continuamente da me ribaditi”, dice diretto. E spiega: “tutte le critiche continuano ad ignorare che la sentenza del CGA 1/2018, in riforma di una precedente sentenza del TAR, ha dato ragione alla Spero che ha sostenuto che la Soprintendenza era andata oltre i limiti assegnati dalla legge sui poteri della stessa nell’esame del progetto definitivo. E’ il CGA che ha stabilito che la Conferenza di Servizi deve essere riaperta con l’esame del progetto definitivo, presentato da Spero il 30 gennaio del 2012”. Un giudicato, lamenta Pianese, che sarebbe stato ignorato dai detrattori della iniziativa imprenditoriale che mira a dare nuova vita all’area della ex fabbrica di via Elorina.
“Abbiamo chiesto che la Conferenza di Servizi si apra secondo il dettato della sentenza del CGA. Nella sentenza l’operato della Soprintendenza è criticato in quanto, nel gennaio 2012, il progetto venne bloccato per le prescrizioni imposte, eccedenti i poteri e le competenze della stessa Soprintendenza”, la posizione chiara e netta del presidente di Spero. “Senza un irrigidimento così draconiano e invece con un negoziato di buona volontà, Siracusa avrebbe da almeno 5 anni il suo porto turistico in linea con le nuove esigenze e competitivo nel Mediterraneo”, aggiunge.
Quanto ai sospetti avanzati sottotraccia da Legambiente e Lealtà e Condivisione, Vittorio Pianese non usa giri di parole: “è pura fantasia affermare che la Spero punta al risarcimento. Ho più volte chiarito che puntiamo ad un progetto che sia sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico. Vogliamo dimostrare che è possibile percorrere una strada, sia con il sostegno delle sentenze sia con l’apprezzamento e la condivisione dell’opinione pubblica, ma che soprattutto dia certezza a chi abbia voglia di investire nel nostro territorio e che un percorso iniziato può giungere a buon fine. Sono sempre più convinto che occorre imboccare una strada nuova, perchè la sovrapposizione di vincoli sempre più stringenti sul territorio, finisce per impedire qualsiasi sviluppo di un turismo economicamente qualificato, capace di diffondere benessere sul territorio”.