Teatro Greco, il parco archeologico alza il prezzo: prove di dialogo con l’Inda

La bozza della nuova convenzione tra la Fondazione Inda e il Parco archeologico di Siracusa è stata al centro di un incontro in commissione cultura dell’Ars, a Palermo. Calogero Rizzutto, direttore del parco, ha illustrato i contenuti del nuovo documento che aggiorna e riscrive alcuni passaggi del precedente, datato 2013.
Il punto più discusso è il previsto aumento del canone: l’Inda paga oggi 50.000 euro di affitto all’anno, con uso del teatro da marzo ad agosto. Nella nuova convenzione, la somma lievita e – seguendo il tariffario regionale del 2008 – si attesterebbe attorno ai 140/150 mila euro a cui andrebbero aggiunte spese ulteriori per l’affitto dell’area retro teatro greco, destinata ai camerini. Secondo la direzione del parco archeologico di Siracusa, inoltre, dovrebbero essere inseriti e regolati in convenzione i diritti televisivi e l’uso del brand “teatro greco di Siracusa”.
A motivare le nuove richieste, che hanno sorpreso più d’uno sulle prime in Fondazione, non solo la conquistata autonomia economica del Parco archeologico ma anche la necessità di tutelare un monumento antico e delicato, come il teatro scavato nel Temenite. E servono soldi per quegli interventi di cui si parla da anni, senza riuscire ad avviarli.
Il presidente della Fondazione Inda, Francesco Italia, al termine della riunione palermitana di ieri ha parlato di “splendida occasione di confronto su temi condivisi”. Tra questi, la corretta valutazione della centralità della Fondazione siracusana nel produrre valore per tutta l’area del Parco archeologico. “Comprendiamo d’altro lato anche le esigenze della nuova gestione del parco. Stiamo lavorando insieme al soprintendente Antonio Calbi per una partnership strategica con il Parco archeologico e con la Regione. La prima proposta redatta dal direttore Rizzuto è una bozza, una base su cui confrontarsi. E questo stiamo facendo”, dice ancora il sindaco di Siracusa che, per statuto, è anche presidente Inda. La riduzione dei tempi di allestimento del teatro e lo sgravio delle spese di pulizia e manutenzione le prime ipotesi.
A La Repubblica, il dirigente generale Sergio Alessandro spiega proprio come oggi sia il momento di “ragionare insieme. Inda e Regione – prosegue – debbono sedersi attorno a un tavolo e lavorare in sinergia per ripartire. Il primo punto dev’essere la tutela di un monumento delicato e che non è solo un palco per gli spettacoli classici ma anche un sito archeologico aperto alla fruizione. L’Inda resta un caposaldo culturale nazionale, questo è indubbio, ma senza l’autoreferenzialità di questi anni”.