Termovalorizzatori: Francesco Italia dice si, “impossibile farne a meno”. Legambiente contraria

Rompendo ogni indugio, il sindaco di Siracusa si iscrive al partito dei favorevoli ai termovalorizzatori in Sicilia. “Non possiamo farne più a meno”, scrive sui suoi canali social ribadendo quanto affidato la scorsa settimana ad una nota dell’ufficio stampa di Palazzo Vermexio. Insomma, i termovalorizzatori per risolvere l’emergenza rifiuti: in sintesi, questa è la posizione del primo cittadino. “Servono risposte concrete dalla politica regionale”, aggiunge Italia che è anche nella segreteria nazionale di Azione, il partito di Calenda che non nasconde il ruolo dei termovalorizzatori nella sua visione di futuro.
In Sicilia, la Regione vuole realizzare due impianti per bruciare i rifiuti. Uno nella Sicilia occidentale, l’altro nella zona orientale e per l’esattezza nel catanese, poco distante dall’Ikea. Ci vorranno tra i cinque ed i sette anni – verosimilmente per costruirli. “E nel frattempo cosa fare? Continuiamo a portare la spazzatura fuori dalla Sicilia con sovracosto per i cittadini?”, si domanda Enzo Parisi di Legambiente.
L’associazione ambientalista boccia il ricorso ai termovalorizzatori. “Intanto, chiamiamoli con il loro nome: sono degli inceneritori, nè più e nè meno. Non termovalorizzano nulla, sono una negazione dell’economia circolare. E il loro ciclo di vita richiede una spesa enorme e una quantità mostruosa di spazzatura per avere senso”. La posizione di Siracusa? Legambiente sceglie la via dell’ironia: “Benvenuto al sindaco Italia nel cerchio dei sostenitori degli inceneritori. Prima o poi credo che ne usciranno in tanti, appena si rendono conto che l’incenerimento produce i risultati peggiori. Anzichè perdere tempo parlando di termovalorizzatori, inizino a fare quello che serve: impianti per trattare i rifiuti differenziati che anche in Sicilia hanno oggi dati in crescita vicini ai numeri ottimali (vetro, umido, carta, lattine)”.
Enzo Parisi sottolinea poi che non tutta l’indifferenziata può finire dritta dritta in un termovalorizzatore. “Direttive europee prevedono che si possa bruciare solo il rifiuto che non può essere recuperato. Questo significa che si riduce notevolmente la quantità di spazzatura che, realmente, si può bruciare. Dovremmo comprarla da fuori per far funzionare gli impianti, come avviene al nord e nel famoso impianto di Copenaghen di cui tutti parlano: importano rifiuti dall’Olanda e dall’Inghilterra perchè sennò non riuscirebbero ad andare avanti. E poi – continua Enzo Parisi – c’è la tassa sulle emissioni. Per ora inceneritori sono rimasti fuori ma lo scontro è forte in Europa. Saranno prima o poi tassati per la Co2 prodotta ed i costi di gestione saliranno ancora”.
In sintesi, Legambiente vota “no” ai termoutilizzatori. “Diranno che noi ambientalisti siamo contrari a tutto. E’ tipico di chi non ha intenzione di capire e allora pensa di risolvere buttandola in caciara. La soluzione è indicata dai paesi civili, quelli che anche in Italia hanno una differenziata di qualità e non hanno bisogno nè di discariche e nè di incenertori, se non per materiale del tutto inerte. Il resto viene riutilizzato e riciclato. Succede in Italia, possiamo farcela anche in Sicilia. Checchè ne dica Musumeci”.

foto dal web (temroutilizzatore)