Un po' di Siracusa nella prima sede italiana di Facebook. Cristiana Cutrona tra i progettisti

Una siracusana d’adozione nel team di progettisti della prima sede italiana di Facebook. Un prestigioso incarico quello conferito a Cristiana Cutrona, milanese cresciuta a Siracusa, ex studentessa del liceo classico “Gargallo”.  L’idea della  squadra di architetti di cui fa parte  è stata scelta dal colosso di Mark Zuckerberg , che ha affidato a Cristiana Cutrona e ai suoi colleghi la realizzazione della sede milanese di “Fb”. Un percorso perfettamente in linea con lo spirito di Facebook quello seguito prima di ottenere il “via libera”. “Si è sviluppato tutto quasi interamente on line- racconta la professionista – Nessun pregiudizio da parte di questo importante cliente, al contrario di quanto, purtroppo, accade ancora in Italia, dove si è “architetti emergenti” anche quando si hanno 47 anni come me e si vantano parecchi anni di esperienza alle spalle. In questo caso soltanto l’idea contava. E’ stata ritenuta convincente e si è scelto di puntare su di noi, riconoscendoci la professionalità richiesta”. Singolare l’idea sviluppata. La prima sede italiana del più noto social network del mondo avrà una connotazione unica. “Il bando – continua l’ex “gargallina” – prevedeva che si seguissero le linee guida di Facebook, ma che fossero coniugate con qualcosa che potesse rendere la sede di Milano riconoscibile rispetto a qualunque altra sede”. Lo stabile di Facebook in Italia assomiglierà, così,  ad una latteria, ma con spazi organizzati secondo le più moderne impostazioni lavorative. “Da un po’ di tempo è stata abbandonata l’idea di un’organizzazione  gerarchica- spiega Cristiana Cutrona- Si punta sul lavoro di squadra e, di conseguenza, cambia anche il modo di stare nello spazio, di organizzarlo”. Degli anni trascorsi a Siracusa, l’architetto di Facebook conserva ricordi indelebili. “Il mio percorso di studi al liceo “Gargallo”, il contatto quotidiano con l’arte e con i luoghi di questa città- racconta- mi è risultato prezioso dal punto di vista professionale come umano. L’arte ti aiuta a decodificare le complessità e questo si traduce in un valore aggiunto”.