Verso le elezioni. La Cgil a muso duro: “Dove sono i veri temi? Troppo autoreferenzialismo”

Dopo il presidente di Confcommercio Siracusa, anche il segretario provinciale della Cgil boccia la campagna elettorale condotta nel siracusano. Per Roberto Alosi, “mancano i veri temi”. Non solo, con un duro riferimento velatamente diretto forse ad alcuni candidati, parla di “ego autoreferenziali e smisurati” che si muovono “assai lontani dal sentire dei cittadini e che le urne si incaricheranno di ridimensionare”.
Alosi elenca le emergenze: quella sociale, quella occupazionale e quella salariale in un territorio siracusano “di profondo degrado infrastrutturale materiale ed immateriale, caratterizzato da elevati indici di povertà assoluta e relativa, di povertà sanitaria, educativa e di servizi, di precarietà spinta ed incontrollata”.
Mancano i temi della crisi e delle soluzioni, insomma. “Una crisi talmente estesa e profonda da rappresentare un fiume carsico che si ingrossa di giorno in giorno e più tarderanno le risposte più l’onda populista minerà dall’interno le istituzioni e la democrazia”, è l’allarme lanciato dal segretario provinciale della Cgil.
E allora eccoli serviti i temi che mancano in campagna elettorale: “lavoro, salute, istruzione”. Alosi lancia l’allarme: “un quarto dei cittadini della nostra provincia vive in condizioni di povertà assoluta o relativa; il numero di disoccupati, sottoccupati, inoccupati, inattivi, giovani e meno giovani è esorbitante; l’aumento sconsiderato dei costi energetici sta soffocando famiglie e imprese; i Comuni non sono più in grado di garantire servizi essenziali nemmeno ai livelli minimi; un terzo dei lavoratori guadagna meno di mille euro al mese, un quinto lavora in condizioni di assoluta precarietà; metà dei pensionati riceve misere pensioni; l’emergenza ambientale e il tema della transizione industriale vanno affrontati senza ulteriori tentennamenti e ritardi”.
Come sindacato, la Cgil da settimane parla di una mobilitazione “senza sconti” anche verso quella “sinistra” che pure sarebbe da considerarsi riferimento del mondo sindacale ma troppo presa – dice Alosi – “dal giustificare armi, diseguaglianze, privatizzazioni e liberismo spinto”.