VIDEO. “Una palla blu nel cielo di Siracusa”: era un bombardiere. Ricostruita la storia

Due anni dopo la scoperta del relitto di un bombardiere inglese Vickers Wellington nelle profondità del mare siracusano, riemerge anche la sua storia. E’ stata ricostruita, pezzo dopo pezzo, dallo stesso team di ricercatori e studiosi che lo aveva individuato in mare a 36 metri di profondità. L’esatta ubicazione è stata correttamente comunicata alla Soprintendenza del Mare ed alla Capitaneria di Porto.
“Il Wellington apparteneva al 37.o squadrone e, partito dalla Tunisia, venne a bombardare obiettivi militari a Siracusa”, racconta Fabio Portella, il diver siracusano che ha guidato tutte le fasi dell’operazione storica. “Il bimotore venne abbattuto alle 2 del mattino del 9 luglio 1943, proprio la notte dello sbarco degli Alleati in Sicilia: l’operazione Husky. Capofila di un gruppo di Wellington, il suo compito era quello di illuminare gli obiettivi mediante traccianti luminosi. Testimoni infatti videro cadere l’aereo completamente avvolto da una maestosa e innaturale luce blu. Il bombardiere si schiantò in mare davanti alla falesia di Capo Murro di Porco e proprio li è stato ritrovato”, dice ancora lo studioso.
A bordo del Wellington X HE 756 c’erano 6 ragazzi, di età compresa tra i 22 e i 28 anni: 4 inglesi, 1 australiano e 1 canadese. “I sei aviatori vennero dichiarati MIA ovvero missing in action, vale a dire dispersi in azione, senza tomba”. Ma ora, grazie al lavoro della squadra di ricerca siracusana, coadiuvata da Nicola Giusti e Ian Murray, sono stati identificati ed hanno un nome. “W. L. Ball, C.M. Tweedle, J.D. Lammin, K.T.R. Lucas, J. Williams, T. Kerr”, elenca Portella. “Il mare di Siracusa è diventato la loro tomba. E per me non passa giorno che, navigando su quel punto, non pensi a loro e alle atrocità di ogni guerra”.