Volano i contagi in provincia di Siracusa ma tra i giovani c'è solo voglia di "normalità"

Ancora una volta, stridono le immagini della cosiddetta movida con i numeri del covid. Mentre in Italia si discute di un nuovo lockdown o di un generico coprifuoco dal tardo pomeriggio, niente sembra frenare la voglia di “normalità” dei giovani siracusani. Desiderio legittimo ma che cozza fortemente con il momento storico attraversato anche dalla provincia siracusana.
Dal punto di vista sanitario, al covid center dell’Umberto I di Siracusa si è affiancato il Trigona di Noto e si prepara il Muscatello di Augusta, come da scenario (peggiore) del piano sanitario regionale. I dati del contagio, aggiornati al pomeriggio di ieri, segnalano un +100 mai visto prima nel territorio siracusano.
I ristoratori ed i pubblici esercenti hanno giustamente protestato per le restrizioni imposte settimana scorsa. In diversi casi, però, hanno messo in fretta da parte preoccupazioni e paure, quasi “giustificando” il mancato rispetto delle regole da parte dei giovani avventori. Da Marzamemi a Brucoli, passando per Siracusa, le scene sono identiche: locali pieni (e questo è bene) ma poco rispetto di distanziamento e del corretto uso di mascherine (e questo è male). E poi le foto delle scampagnate e delle feste tra amici e parenti. Insomma, quasi tutto quello che è stato caldamente raccomandato di non fare.
Centinaia gli scatti finiti sui social per “denunciare” i mancati controlli, con corredo di commenti infuriati e caccia all’untore. Le foto sono arrivate anche in Questura e sul tavolo del prefetto di Siracusa. E non sono mancati pure sindaci che hanno invocato più controlli nel prossimo fine settimana, di fronte alla poca presa dei semplici appelli e delle raccomandazioni anti-pandemia. In attesa dei provvedimenti del governo che potrebbero chiudere in anticipo la “partita”.