Zona industriale, la Procura ottiene il sequestro degli impianti Esso ed Isab: prescrizioni per ridurre le emissioni

Il gip del Tribunale di Siracusa ha disposto il sequestro preventivo degli impianti Esso ed Isab Nord e Sud del polo petrolchimico. Accolta la richiesta della Procura, un pool di tre magistrati coordinati dal procuratore capo, Francesco Paolo Giordano. Riconosciuto “un significativo contributo al peggioramento della qualità dell’aria dovuto alle emissioni degli impianti”.
Per procedere al dissequestro, previste precise prescrizioni volte a consentire l’adeguamento degli impianti alle norme tecniche vigenti.
Nel dettaglio, alla Esso viene chiesto di provvedere alla riduzione delle emissioni provenienti dall’impianto mediante copertura delle vasche costituenti il trattamento acque. Cronoprogramma – non oltre i 12 mesi – e costi a carico del gestore. Imposto, inoltre, il monitoraggio del tetto di tutti i serbatoi contenenti prodotti volatili e/o mantenuti in condizioni di temperatura tali da generare emissioni diffuse. Esso dovrà anche realizzare e mettere in esercizio impianti di recupero vapori ai pontili di carico e scarico oltre a ridurre del livello delle emissioni in atmosfera sino al rispetto dei livelli previsti delle MTD (Migliore Tecnologia Disponibile). In particolare, riduzione degli ossidi di zolfo ai camini 26 e 29 e degli ossidi di azoto ai camini 1, 9, 10, 11, 13, 17, 18, 22, 23, 24, 25, 26, 29, 35, 39, 41, 42, 43, 44, 45 e 46. Dovranno poi essere adeguati i sistemi di monitoraggio delle emissioni comprese nel valore di bolla, attraverso l’adozione di sistemi di monitoraggio in continuo; messi a disposizione i dati registrati dei sistemi di monitoraggio in continuo per via telematica all’Arpa di Siracusa e l’adozione di modalità di autocontrollo per rendere gli stessi idonei per la verifica di conformità ai valori limite di emissione.
Prescrizioni anche per gli impianti Isab Nord e Sud: riduzione delle emissioni provenienti dall’impianto, mediante copertura delle vasche costituenti l’impianto di trattamento acque per la Raffineria Sud, Anche in questo caso, lavori da realizzare entro 12 mesi; monitoraggio del tetto di tutti i serbatoi contenenti prodotti volatili e/o mantenuti in condizioni di temperatura tali da generare emissioni diffuse; realizzazione e messa in esercizio di impianti di recupero vapori ai pontili di carico e scarico; adeguamento dei sistemi di monitoraggio delle emissioni comprese nel valore di bolla, attraverso l’adozione di procedura periodiche di verifica dei sistemi di monitoraggio in continuo, della messa a disposizione dei dati registrati dei sistemi di monitoraggio in continuo per via telematica all’Arpa di Siracusa, adozione di modalità di autocontrollo per rendere gli stessi idonei per la verifica di conformità ai valori limite di emissione.
L’indagine, iniziata due anni fa circa, si è avvalsa di una consulenza tecnica collegiale redatta da esperti di livello nazionale ed è consistita in molteplici audizioni e acquisizioni di dati e documenti.
Il sequestro è stato eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria del Nictas e dell’Aliquota della Polizia di stato della sezione della Procura della Repubblica.
I provvedimenti seguono i molteplici esposti e le denunce di cittadini, movimenti ambientalisti e di enti territoriali (tra cui anche il Comune di Siracusa, ndr) che si lamentavano della cattiva qualità dell’aria. Lamentele e segnalazioni che – secondo la Procura- avrebbero “trovato riscontro in particolare con riguardo alle sostanze non normate odorigene”.
Alle due società è stato dato il termine di quindici giorni per decidere se aderire alle prescrizioni.