Trentenne senza vita tra le acque di Fontane Bianche: è giallo

Il corpo senza vita di un nigeriano di circa 30 anni è statk trovato nelle acque di Fontane Bianche, a Siracusa. A dare l’allarme, una donna che stava prendendo il sole.
Sul posto è intervenuta la Polizia. Gli investigatori della Mobile hanno identificato la vittima, residente a Siracusa. Aveva con sé dei documenti. Era parzialmente vestito. Da una prima ispezione cadaverica non sarebbero emerse lesioni. Nessuna pista viene al momento esclusa. La Procura di Siracusa ha aperto una inchiesta.




La morte di Calogero Rizzuto: "medici censurabili ma covid era poco noto"

Nella relazione dei quattro consulenti nomimati dalla Procura di Siracusa nell’inchiesta sulla morte di Calogero Rizzuto, si parla di approcci censurabili da parte dei medici dell’ospedale Umberto I di Siracusa ma con l’attenuante delle allora poche conoscenze circa il coronavirus.
Rizzutto, direttore del parco archeologico di Siracusa, morì dopo alcuni giorni di ricovero nel marzo dello scorso anno. La vicenda assunse subito una eco nazionale e i familiari puntarono il dito contro la struttura ospedaliera anche per il mancato ricovero immediato. L’Asp, sul punto, ha sempre replicato che era stato lo stesso Rizzuto a rifiutare il ricovero proposto. Sul punto i consulenti però sono impossibilitati a fare chiarezza, come scrivono nella loro relazione.
“Si ritiene censurabile l’approccio della responsabile dell’Unità Operatova di Malattie infettive del presidio ospedaliero Umberto I – si legge nella relazione – per non aver predisposto approfondimenti diagnostici e il ricovero ospedaliero sulla evidente sintomatologia respiratoria acuta e febbrile accusata da Rizzuto”. Una censura che, secondo i consulenti della Procura, va riferita sia alla valutazione del 9 marzo 2020 (solo esecuzione del tampone diagnostico  senza alcuna valutazione clinica), sia alla visita effettuata in data 11 marzo 2020  (nessun “approfondimento diagnostico differenziale tra patologia  Covid correlata  o altra affezione”).
A tal proposito, “l’esecuzione di esami di laboratorio  ed indagini radiologiche specifiche (radiografie del torace o Tac)  avrebbero consentito di anticipare la diagnosi di polmonite da Covid19  e cominciare il trattamento farmacologico  e di supporto respiratorio necessario”, scrivono i consulenti.
Nella relazione del responsabile di Malattie infettive si evidenziava che Rizzuto avesse rifiutato il ricovero in ospedale, circostanza contestata dalla famiglia “ma c’è l’impossibilità da parte nostra di accertare come siano realmente andati i fatti”. I consulenti sostengono, inoltre, che “altrettanto censurabile si ritiene il coordinamento del responsabile del Centro di prevenzione per non aver tempestivamente preso in incarico il paziente lasciando sostanzialmente il medico curante come unico gestore del caso clinico”.
Ma c’è poi il passeggio collegato alle attenuanti che andrebbero concesse, perché il coronavirus non era ancora perfettamente conosciuto, all’epoca dei farti. Quindi non si può avere certezza sul fatto che una diagnosi più celere avrebbe “evitato il decesso del paziente”. “A causa delle scarse conoscenze  della patologia da Covid19 non è possibile affermare  che una maggiore tempestività nella formulazione diagnostica avrebbe con  altra probabilità logica prossimo alla certezza  evitato il decesso del paziente”.




Mega fotovoltaico a Canicattini: "vi spieghiamo il progetto e cosa rappresenta per i territori"

Il progetto del grande impianto fotovoltaico che si vorrebbe realizzare alle porte di Canicattini e, in parte, anche in territorio di Siracusa, è particolarmente dibattuto nelle ultime settimane. Le amministrazioni locali interessate (Canicattini e Siracusa) si sono espresse in maniera contraria, mentre la Regione ha esitato positivamente la valutazione di impatto ambientale, compresa la valutazione di incidenza ambientale. L’opinione pubblica segue confusa, tra transizione ecologia e tutela del territorio.
L’impianto fotovoltaico a terra proposto, di potenza nominale di 67,421 MWp, sorgerebbe su un terreno agricolo di oltre 100 ettari, in località Cavadonna, lungo la Maremonti, alle porte del centro abitato canicattinese, comprendente in parte anche i territori dei Comuni di Siracusa e Noto. Per completarlo previsto anche un cavidotto di ben 10 km.
Nel dibattito in atto, interviene anche l’associazione laziale Gis (Gruppo Impianti Solari) in rappresentanza anche della società che vorrebbe costruire l’impianto in questione (Lindo srl). “La preoccupazione per qualcosa di nuovo nel proprio territorio è legittima, per questo riteniamo utile fornire elementi tecnici, per comprendere il progetto, la sua etica e il suo ruolo per l’interesse pubblico”, spiegano i suoi rappresentanti.
Il primo punto riguarda il presunto fine speculativo dell’investimento. “Quando proviene da fondi istituzionali regolati da organi di vigilanza del tutto trasparenti, come in questo caso, l’investimento non è speculativo ma volto a realizzare iniziative di economia reale, a beneficio dei territori coinvolti. È una iniziativa a lungo termine, infrastrutturale e improntata alla sostenibilità. Questo significa che il denaro investito può essere speso per l’investimento soltanto se i territori nei quali viene realizzato il progetto beneficiano direttamente del primo impatto economico, secondo quanto stabilito da una preventiva analisi ESG (Environmental, Social, Governance)”, spiega il Gruppo Impianti Solari in una nota.
“Prima di avviare la costruzione del progetto Lindo, con le amministrazioni locali si procederà alla stesura di un protocollo di intesa o convenzione che fisserà, in capo alla società titolare del progetto una serie di impegni tra cui: l’utilizzo di forza lavoro proveniente da aziende specializzate locali (i lavori prevedono di occupare circa 280 persone, di cui buona parte rimarrà impiegata a lungo termine) e lo stanziamento di somme per misure di mitigazione”, l’ulteriore rassicurazione che arriva dal Lazio.
Quanto all’impatto sul territorio dei pannelli a terra, “è giusto far notare che il progetto coinvolge terreni privati, totalmente privi di vincoli archeologici, paesaggistici, urbanistici ai sensi del vigente PTPR. Si tratta di terreni non coltivati da anni, classificati come di basso valore agricolo in quanto ricchi di materiale roccioso e inadatti a forme di coltivazione ordinaria o di eccellenza, o a utilizzo a fini turistici. Pertanto, sono terreni sui quali la legge nazionale e regionale autorizza l’installazione di impianti FER”. Ed inoltre, “esaminato il progetto, gli Enti hanno indicato le modifiche, misure di mitigazione e prescrizioni rigidissime (tutte consultabili all’interno della documentazione progettuale e autorizzativa), in modo che l’impatto sia sostanzialmente annullato: le distanze imposte, le essenze arboree e tutte le specifiche costruttive prescritte dalla lunga Conferenza di Servizi consentono di preservare al massimo l’ambiente, la flora e la fauna”, si legge nella nota del Gruppo Impianti Solari. Tra gli interventi di mitigazione “è previsto che l’intero perimetro venga circondato da alberi e piante autoctone, rendendo l’impianto invisibile dai punti di osservazione pubblica e rimboscando un’area al momento povera di vegetazione. Inoltre, come in molti lavori delle nostre associate, il progetto Lindo prevede accordi con pastori locali, affinché le aree del progetto vengano usate come pascolo, e con apicoltori, per creare isole ecologicamente protette per le arnie. Questi impieghi migliorano la fertilità e la biodiversità dell’ambiente circostante e mantengono un forte legame con le attività tipiche della zona. Infine, quando un impianto giunge al termine del ciclo vita, deve essere dismesso con l’obbligo di riportare l’area allo stato naturale precedente, cosa garantita da fideiussione”.
Sin qui, il progetto ha ottenuto i pareri favorevoli dell’Area Valutazione Impatto Ambientale, della Commissione Tecnica, della Regione, della Soprintendenza e di numerose altre amministrazioni territoriali e nazionali. “Anche il Comune di Noto ha dato parere positivo e un sindaco ha dato formale apprezzamento al progetto una volta che ha avuto modo di studiarne l’effettivo contenuto”, rivelano dal Gruppo Impianti Solari.

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Riqualificazione del Talete, parla il progettista: "opera semplice e leggibile". Tutti i dettagli

Il progetto di riqualificazione della facciata del parcheggio Talete ha acceso animate discussioni. Per la prima volta, parla oggi il progettista dell’intervento, Giuseppe Stagnitta che, innanzitutto, mostra tutta la sua sorpresa per la presa di posizione dell’ex soprintendente Vera Greco (clicca qui).
Stagnitta parla di “stereotipate e vacue tesi contro il progetto di riqualificazione del prospetto del Talete” e si domanda il motivo di “tanta ostilità” in un giudizio nato “senza conoscere a fondo il progetto” e “con eccessiva frettolosità”.
Ecco allora che è lo stesso Stagnitta ad illustrare il progetto di riqualificazione del prospetto del Talete. “E’ una semplicissima opera di Arte Pubblica che io definirei ‘sociale’. Le applicazioni artistiche finalizzate alla riqualificazione urbana, in contesti particolarmente critici o degradati, possono risultare interventi sterili, a volte dannosi, o più semplicemente, espressione embrionale ed incompleta di un processo molto più complesso ed elaborato. Il costo sociale di un ‘ascolto mancato’ della comunità, potrebbe infatti ridefinire l’arte pubblica, che sia land art o street art o muralismo, come una risposta svelta e superficiale a una stratificazione di problematiche espresse a più livelli e su diversi settori. Un approccio alla riqualificazione urbana sano, che consideri l’arte come uno strumento utile – continua il progettista – pone un suo utilizzo come parte integrante di programmi e progetti complessi, in grado di migliorare la qualità della vita della cittadinanza e avviare nuovi processi di evoluzione sostenibile e inclusiva, che tenga conto non solo delle fasi di creazione, ma anche quella della partecipazione sociale adottando degli interventi che possano generare un valore aggiunto e non soltanto un costo di investimento”.

Ecco perchè, allora, “anziché proporre un muralista o un artista di arte contemporanea internazionale che avrebbe imposto il proprio segno su quel prospetto, senza valutare la leggibilità dell’opera dei non addetti ai lavori, abbiamo cercato di ‘ascoltare’ le persone che vivono il territorio (compreso le Istituzioni) consegnando un intervento che dialoga con il contesto”. L’intervento di abbellimento è quindi “un’opera semplice e leggibile: nell’uso del corten che è materiale ampiamente utilizzato in tantissimi interventi sull’ isola, che sa di mare e di barche (le bitte e le corde sembrano intrappolare questo enorme barcone) e nell’utilizzo del verde che è spina dorsale dell’intero progetto, mentre i pannelli in corten, come in una partitura musicale, cambiano la visione prospettica di questo tozzo e sgraziato edificio. Questo non è mascherare, ma è frutto di un ascolto attivo e costruttivo del e per il territorio”.
Giuseppe Stagnitta svela poi altri dettagli del previsto intervento per mitigare l’impatto della grigia facciata del Talete. “Utilizzeremo i colori Airlite che riducono l’inquinamento dell’aria fino all’88,8%, che abbattono fino al 99,9% di virus e batteri, che prevengono la formazione di muffe e impediscono allo sporco di depositarsi sulle pareti. Rampicanti autoctoni verranno collocati nel belvedere superiore nelle fioriere esistenti che saranno bagnate con un sistema di irrigazione a goccia (installeremo un semplice impianto a goccia con un timer che darà l’acqua quando serve, niente consumi eccessivi o altro), rampicanti sostenuti da un sistema in corde e bitte.
Nessun consumo di energia”.
E’ definibile come intervento di riqualificazione? “Si. Con una visione più ampia e anche strutturale, che costerà solo 56mila euro compreso iva alle casse del Comune di Siracusa. Abbiamo accettato di realizzarlo non per interessi personali come si potrà ben capire dal budget, ma proprio per dare un contributo reale e fattivo”.
Intanto, l’amministrazione comunale inizia a studiare la soluzione a problemi storici del Talete, come l’accumulo delle acque piovane e l’aggiornamento della parte interna del parcheggio.




Livermore, Padrissa e Calenda: parlano i tre registi delle nuove produzione Inda

Coefore Eumenidi di Eschilo, Baccanti di Euripide e la commedia Nuvole di Aristofane. Sono le tre produzioni della Fondazione Inda, in scena dal 3 luglio al teatro greco di Siracusa. Ecco le parole dei registi Davide Livermore, Carlus Padrissa e Antonio Calenda.

Davide Livermore (Coefore Eumenidi)

Carlus Padrissa (Baccanti)

Antonio Calenda (Nuvole)




Spettacoli a Siracusa, si comincia il 3 luglio. Inda raddoppia e presenta anche la stagione 2022

Saranno oltre cento gli artisti coinvolti quest’anno nelle tre nuove produzioni della stagione Inda, col ritorno Siracusa di Davide Livermore e Antonio Calenda, il debutto di Carlus Padrissa e della compagnia catalana La Fura dels Baus. Evento collaterale, una mostra multimediale di foto d’epoca, già richiesta in Italia e all’estero. Ma la Fondazione Inda guarda avanti e, in un’ottica di programmazione sempre più lungimirante, ha presentato quest’oggi anche il cartellone 2022 con Edipo Re di Sofocle per la regia di Robert Carsen, l’Orestea di Eschilo con la regia di Davide Livermore e Ifigenia in Tauride di Euripide diretta da Jacopo Gassmann.
Per la prima volta in 107 anni di storia, annunciate le produzioni del prossimo biennio, dopo il rinvio della stagione del 2020 a causa dalla pandemia. Un segnale forte di ripresa, per offrire al pubblico 48 grandi serate teatrali per l’estate 2021 e un cartellone prestigioso per il 2022.
Con la deroga per tremila spettatori a sera, l’Inda si prepara al debutto del 3 luglio con repliche fino al 21 agosto. Tre le produzioni in scena: Coefore Eumenidi di Eschilo per la regia di Davide Livermore nella traduzione di Walter Lapini; Baccanti di Euripide diretta da Carlus Padrissa con la traduzione di Guido Paduano, e la commedia
Nuvole di Aristofane per la regia di Antonio Calenda con la traduzione di Nicola Cadoni.
Coefore Eumenidi, coprodotto con il Teatro Nazionale di Genova, sarà in scena dal 3 al 31 luglio e vedrà protagonisti fra gli altri Laura Marinoni nel ruolo di Clitennestra, Giuseppe Sartori (Oreste), Anna Della Rosa (Elettra), Stefano Santospago (Egisto), Giancarlo Judica Cordiglia (Apollo), Maria Grazia Solano (la nutrice), Olivia Manescalchi (Atena), Sax Nicosia (immagine e voce di Agamennone) e Gaia Aprea tra le corifee.
Nel cast di Baccanti, in scena dal 4 luglio al 20 agosto, ci sono tra gli altri Lucia Lavia (Dioniso), Ivan Graziano (Penteo), Stefano Santospago (Cadmo), Linda Gennari (Agave) e Antonello Fassari (Tiresia).
Nuvole di Aristofane debutterà il 2 agosto e chiuderà la stagione delle rappresentazioni classiche sabato 21 agosto. In scena fra gli altri Nando Paone (Strepsiade), Antonello Fassari (Socrate), Stefano Santospago (Aristofane), Galatea Ranzi e Daniela Giovanetti (corifee), Massimo Nicolini (Filippide), Maurizio Marchetti il discorso peggiore e Stefano Galante il discorso migliore.
Nelle tre produzioni sono coinvolti tutti gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico, la scuola di teatro della Fondazione Inda.
Il programma del 2022 prevede la messa in scena di Edipo Re di Sofocle con la regia di Robert Carsen, il grande
regista canadese di fama internazionale, Premio Abbiati 2021, che debutterà al Teatro Greco di Siracusa. A Davide
Livermore è affidato Agamennone, con il regista torinese che chiuderà così la sua Orestea. Il testo di Eschilo nel
corso di alcune serate speciali sarà presentato integralmente al pubblico del Teatro Greco di Siracusa con la messa
in scena dei tre drammi: Agamennone, Coefore e Eumenidi.
La 57° stagione di rappresentazioni classiche vedrà anche il debutto di Jacopo Gassman, giovane regista di talento che dirigerà Ifigenia in Tauride di Euripide.
Per promuovere l’internazionalizzazione della sua attività, la Fondazione INDA ha organizzato attraverso la rete
degli Istituti italiani di cultura cinque conversazioni da remoto coi cinque registi coinvolti nel biennio teatrale
2021 e 2022. Sabato 5 giugno la conversazione tra Robert Carsen e Marina Valensise sarà trasmessa dall’Istituto
italiano di cultura di New York attraverso la piattaforma digitale Stanze italiane. A seguire gli altri quattro incontri col regista Jacopo Gassmann e il professor Nicola Gardini, attraverso l’Istituto italiano di cultura di Londra, con Davide Livermore e Philippe Brunet, attraverso l’Istituto italiano di cultura a Parigi, con Antonio Calenda e Jeremy Lefkowitz attraverso l’Istituto italiano di cultura a Atene, e con Carlus Padrissa e Santiago Giordano attraverso l’Istituto italiano di cultura a Buenos Aires. Tutti gli incontri saranno diffusi in diretta e in differita sui canali digitali della Fondazione INDA.
Nel periodo delle rappresentazioni al Teatro Greco, la stagione dell’INDA anche quest’anno si arricchisce delle
lezioni all’Orecchio di Dioniso, una serie di incontri con personalità della cultura dedicati ai temi e personaggi del dramma antico, che si terranno come di consueto nel suggestivo scenario del parco archeologico della Neapolis.
Le rappresentazioni classiche e le attività della Fondazione Inda sono sostenute da Erg, Unicredit Italia, Camera
di Commercio del Sud Est Sicilia, Aeroporto di Catania, Fondazione Sicilia e Fondazione Nobis.
Per il 2021 e per il 2022 è stato rinnovato l’accordo con Rai cultura, media partner dell’Inda. Quest’anno Rai
cultura registrerà le riprese di Baccanti di Euripide, messa in scena da Carlus Padrissa, e l’anno prossimo quelle
dell’Orestea di Eschilo messa in scena da Davide Livermore.
Per garantire la sicurezza degli attori e degli spettatori, la Fondazione Inda ha adottato un dettagliato protocollo sanitario anti Covid, elaborato con l’Azienda sanitaria di Siracusa. Grazie alla deroga firmata dalla Regione, la capienza massima al Teatro Greco è stata aumentata, sino a consentire l’accesso di 3000 spettatori per ciascuna delle repliche in programma.0




Il Comune di Floridia verso il dissesto: 30 milioni di tasse non riscosse, debiti per 18

“La situazione dei conti del Comune di Floridia è drammatica. Non è possibile pensare di rinviare la dichiarazione di dissesto. Non sono felice ma è improcastinabile. L’atto è già stato trasmesso al Consiglio comunale”. Il sindaco Marco Carianni evita i giri di parole e punta diritto al cuore del problema. “Floridia da anni è in default tecnico: abbiamo 30 milioni di euro di tasse non riscosse e debiti per quasi 18 milioni di euro. In passato non siamo riusciti ad avere il coraggio di fare certe scelte. Ora il dissesto è certificato e non possiamo far finta che non ci sia perchè finiremmo solo per aggravare ulteriormente le condizioni dell’ente”, spiega in diretta su FMITALIA.
Il dissesto del Comune di Floridia è storia che parte da lontano. “Nel 2019 è arrivata una delibera della Corte dei Conti che contestava gli esercizi finanziari precedenti, ravvisando anomalie che poi si sono ripresentate negli anni successivi, fino al 2020”, spiega il sindaco Carianni. “La Corte ha certificato un deficit strutturale ed ha vietato le spese che non siano obbligatoriamente previste per legge. E questo da un anno e mezzo”.
La paura dei floridiani è che con la dichiarazione di dissesto possano aumentare i tributi locali al massimo previsto. “Le tasse sono state già aumentate in passato. Noi non toccheremo le aliquote. Semmai dobbiamo rafforzare la capacità di riscossione, capendo che c’è una soglia fisiologica perchè alcuni non possono davvero permettersi di pagare le tasse. Ma ci sono altri che si credono furbi e questi vanno perseguiti, con gli strumenti oggi a disposizione. E’ una operazione di giustizia sociale”.
I servizi sociali non subiranno tagli. Quanto al trasporto degli alunni pendolari, il Comune di Floridia lavora ad una modifica concordata con la Corte dei Conti. “Non vogliamo annullare il servizio e per riuscirci abbiamo previsto delle modifiche al regolamento, con variazioni al contributo che concediamo alle famiglie tarandolo sulla situazione economica”.




Picchiato e derubato perchè si era ribellato allo spaccio: arrestate tre persone

La sua colpa è quella di essersi ribellato allo spaccio. E così, con una scusa, è stato attirato dentro l’androne di una palazzina di via Algeri, a Siracusa, e picchiato selvaggiamente. In tre lo hanno circondato, causandogli la frattura scomposta del setto nasale. Vittima, un disabile affetto da sordità.
Alle prime ore del mattino di oggi, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Siracusa hanno arrestato i tre presunti autori del pestaggio, in esecuzione di quanto disposto dal gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, su richiesta del sostituto procuratore Gaetano Bono. Sono accusati di rapina e lesioni personali. Hanno 34, 32 e 28 anni. Sono stati condotti in carcere, a Cavadonna, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
I fatti risalgono alla fine di novembre 2020 quando, verso le 19.00, una pattuglia del Radiomobile dei Carabinieri intervenne nella popolare zona di via Algeri dove era stata segnalata una violenta aggressione.
Le indagini hanno permesso di risalire ai tre arrestati, già censurati e residenti nelle case popolari di via Algeri. A loro carico sarebbe emerso “un quadro accusatorio di assoluta gravità indiziaria in ordine ai fatti contestati”.

Dopo il violento pestaggio, alla vittima erano stati strappati anche un orologio, una collanina e persino l’apparecchio acustico che il malcapitato portava all’orecchio.
Per gli investigatori si sarebbe trattata di vendetta personale: secondo quanto ricostruito, infatti, la vittima, qualche giorno prima di essere aggredita, si sarebbe lamentata della presenza di un acquirente sotto le palazzine in cui era residente, infastidendo gli spacciatori. Proprio per tale motivo, il branco si sarebbe organizzato determinandosi a punire il ragazzo per la sua insolenza, arrivando perfino ad umiliarlo per la sua disabilità privandolo dell’apparecchio acustico.




Scomparso da sei mesi, rintracciato in stazione a Siracusa 17enne tunisino

Un diciassettenne che non dava notizie di sè da dicembre del 2020 è stato rintracciato alla stazione di Siracusa, dalla Polizia Ferroviaria.
Gli agenti della Polfer sono intervenuti a bordo dell’Intercity notte, proveniente da Roma Termini, su richiesta del capotreno: quest’ultimo aveva segnalato la presenza a bordo di un giovane senza biglietto e privo di documenti.
I successivi accertamenti hanno fatto emergere che il ragazzo, di origine tunisina, era stato affidato, nel dicembre scorso, ad una casa di prima accoglienza di Genova, dalla quale si era allontanato pochi giorni dopo.
Al termine dei controlli di rito, su disposizione dell’autorità giudiziaria, il minore è stato riaffidato al padre.




Siracusa. Solarium Sbarcadero, la scelta di spostarlo non convince la Consulta Civica: "Pericoloso"

Non convincono le motivazioni del Comune di Siracusa per spiegare la decisione di spostare il solarium dello Sbarcadero Santa Lucia rispetto alla posizione consueta. Quest’estate sarà montato sul lato mare, all’interno del porticciolo, protetto dal braccio che dovrebbe, secondo quanto spiegato dall’amministrazione comunale, proteggere la struttura dalle mareggiate, così da poterlo mantenere intatto fino al prossimo novembre
La Consulta Civica , presieduta da Damiano De Simone, esprime perplessità su questo punto. I residenti della zona lo sarebbero altrettanto. “Scelta singolare- commenta De Simone- se consideriamo che gli altri tre solarium saranno montati come sempre in mare aperto, esposti alle mareggiate, molto più del solarium del porticciolo, che gode già della protezione del molo esterno, all’altezza dei bastioni di Ortigia”. De Simone fa poi un’altra considerazione. “Se i solarium -osserva – destinati a reggere un numero notevoli di persone rischiano di essere danneggiati dalle mareggiate, allora sarebbe il caso di rivedere le strutture, se fragili e quindi non adeguate per garantire la sicurezza dei fruitori”. Spostare il solarium dello Sbarcadero, inoltre, secondo la Consulta Civica renderebbe poco sicura la struttura per i bagnanti, viste le attività portuali che si svolgono in quell’area. “Senza considerare- aggiunge De Simone- che l’ordinanza stabilisce il divieto di balneazione nei pressi delle aree portuali, tra cui proprio il porto piccolo di Siracusa nel raggio di 200 metri dalle imboccature dei porti e degli approdi, dai moli foranei, dalle strutture portuali e dagli approdi turistici, ad esclusione degli specchi acquei debitamente segnalati con gavitelli ad una distanza di 10 metri l’uno dall’altro”. La Consulta si chiede se il Comune abbia tenuto conto dei disagi che arrecherà ai fruitori e dei pericoli a cui saranno sottoposti. “Ci saranno bambini- osserva ancora il presidente- imbarcazioni ormeggiate e in navigazione. Ci sarebbe poi da valutare lo stato di salubrità delle acque”.
La richiesta è quella di rivedere la decisione adottata, riposizionando il solarium laddove è sempre stato posto, “garantendo la balneazione in acque libere, certamente più salubri di quelle di un bacino portuale angusto, nel quale, invece, sarebbe auspicabile un serio intervento di bonifica”.