Incendio al Plemmirio, Mastriani (Federparchi): “Prevenire, serve il supporto del Cufa”

Un incendio, probabilmente doloso, ha colpito ieri l’area del Faro di Capo Murro di Porco, nel cuore della Zona A dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, a Siracusa. Le fiamme hanno impegnato per ore la Protezione Civile e i Vigili del Fuoco. È solo l’ultimo di una lunga serie: nei giorni scorsi altri roghi hanno devastato la Riserva Naturale di Cava Grande del Cassibile e circa 40 ettari a Monterosso Almo, nell’area di Monte Casasia.
Marco Mastriani, coordinatore regionale di Federparchi Sicilia e vicepresidente del Consorzio Plemmirio, lancia l’allarme. “Ogni anno migliaia di ettari di vegetazione vanno in fumo. Eppure soluzioni esistono, ma non vengono attuate con decisione”.
Mastriani ricorda un incontro tenuto nel giugno 2024 al Ministero dell’Ambiente, alla presenza del Sottosegretario Claudio Barbaro e dei vertici del CUFA (Carabinieri Forestali), in cui fu espressa piena disponibilità a collaborare con la Regione Siciliana per contrastare gli incendi.
“Serve un intervento immediato del Presidente Schifani e dell’Assessore Savarino. Alla luce della carenza di organico del Corpo Forestale regionale, il supporto del CUFA è oggi l’unica via percorribile”.
Nel 2023, su 74.000 ettari bruciati in Italia, 45.000 erano in Sicilia. Per Mastriani, non basta più la sola prevenzione. “La repressione è fondamentale. Le forze dell’ordine devono presidiare il territorio. I nostri boschi e aree protette sono sotto attacco. Seguiamo l’esempio della Sardegna: la collaborazione col CUFA non è più rinviabile”.
L’appello è chiaro: agire subito, prima che l’ennesima estate di fuoco riduca in cenere il patrimonio ambientale siciliano.




Terzo ponte di Augusta, venti milioni di euro per collegare isola e terraferma

Sarà realizzata una terza via di collegamento tra l’isola di Augusta e la terraferma: per un importo di oltre 20 milioni di euro sono stati consegnati ieri i lavori del nuovo “ponte”, opera strategica che, oltre a garantire un raccordo logistico di impianti portuali civili e militari e servizi tecnico-nautici per le attività portuali, consentirà la deviazione del traffico pesante sulla nuova strada e rappresenterà un’importante via di fuga in caso di emergenze. Il progetto è frutto di una significativa sinergia tra Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia orientale, Comune di Augusta e Marina Militare, in particolare Stato Maggiore della Marina, Segretariato Generale della Difesa – Direzione dei Lavori e del Demanio, grazie alla sottoscrizione di un accordo di un accordo di programma finalizzato a mettere in campo uno sforzo congiunto per la realizzazione dell’infrastruttura.
“Si inserisce in un contesto di grande importanza non solo per l’Authority – spiega il presidente dell’Adsp Francesco Di Sarcina – ma per tutto il territorio augustano e l’area militare e rappresenta una vera svolta nello sviluppo logistico, trasportistico e in termini di viabilità e sicurezza del comprensorio”.
L’investimento rientra nel PNRR misura M5C3-11 “Interventi infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali (ZES)” – Interventi “collegamento di “ultimo miglio” che prevedeva tre attività: la riqualificazione del viadotto di accesso al Porto Commerciale di Augusta, già ultimata per un importo di oltre 1 milione; la riqualificazione strutturale dei piloni del viadotto Federico II, in via di ultimazione, per una cifra pari a quasi 2 milioni; infine l’intervento in questione che dovrebbe essere completato entro il 30 giugno 2026 dalla ditta aggiudicataria Fenix Consorzio Stabile di Bologna, consorziata esecutrice Two Smart Building che ha sede in Tremestieri Etneo (CT).

“Si tratta di un’efficace ed efficiente soluzione anche in ordine agli aspetti di protezione civile – sottolinea il sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare – configurando di fatto una terza via di fuga in caso di calamità naturali o eventi metereologici straordinari; attese le forti limitazioni del ponte Rivellino assicurerebbe elevata sicurezza in caso di esodo della cittadinanza dell’isola. Inoltre la deviazione del traffico avrà come immediata conseguenza il decongestionamento del traffico con notevoli benefici per tutti”.
Il porto di Augusta rappresenta per la Marina Militare una delle tre Basi Navali principali dov’è permanentemente dislocata l’aliquota della flotta nazionale destinata al pattugliamento d’altura: “Le strutture della Base Navale si trovano perlopiù nell’isola – evidenzia l’ammiraglio Andrea Cottini, comandante del Comando Marittimo di Sicilia -attualmente collegata alla terraferma mediante l’antico ponte Rivellino Quintana, risalente all’800, che prevede l’attraversamento dell’antica Porta Spagnola di accesso al centro storico della città, e dal viadotto ponte Federico II. Il ponte Rivellino, è un manufatto storico, di dimensioni modeste e non è idoneo a sostenere il traffico veicolare tra le due parti della città”. Il viadotto ponte Federico II infatti rappresenta l’unica via di collegamento del traffico pesante tra la terraferma e l’isola che obbliga all’attraversamento delle antiche e strette vie urbane e conseguenti limitazioni in caso di impossibilità all’utilizzo del ponte Federico II. La nuova opera contempla la realizzazione di due impalcati da ponte separati deputati uno esclusivamente all’utenza militare e l’altro al traffico civile. Inoltre dovendo procedere al taglio degli alberi esistenti, l’Adsp provvederà alla successiva ripiantumazione.




Droga, smantellata piazza dello spaccio a conduzione familiare: sette denunce

Gli agenti della Polizia di Stato, in servizio al Commissariato d di Lentini, nel corso di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Siracusa, hanno denunciato 7 persone per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
L’operazione di polizia ha permesso di disarticolare una fiorente piazza di spaccio a conduzione familiare in cui venivano cedute quotidianamente più di 40 dosi di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina e crack, agli assuntori della zona.
Le indagini sono scaturite dal fatto che gli investigatori avevano notato che il tenore di vita di tutti i componenti della famiglia era troppo elevato rispetto alle condizioni economiche dichiarate, avendo tutti a disposizione auto di lusso e un’abitazione dal valore economico particolarmente elevato.
Le indagini hanno accertato che l’attività criminosa veniva gestita con ruoli ben definiti tra i vari familiari coinvolti, in particolare uno dei soggetti denunciati è ritenuto responsabile dell’approvvigionamento della droga.




Autorità di sistema portuale, Scerra (M5S): “Si riapre la partita per Siracusa e Pozzallo”

“Si riapre alla Camera la partita per assicurare anche a Siracusa e a Pozzallo la giusta rappresentanza nella governance dell’AdSP della Sicilia Orientale”.
A parlarne,a margine della discussione in corso sul Dl Infrastrutture, è il parlamentare del Movimento 5 Stelle Filippo Scerra. “Seppure riformulato-spiega il deputato nazionale- il governo ha infatti accolto ieri il mio ordine del giorno, con cui si impegna a prevedere una modifica agli attuali assets di governance delle Autorità di Sistema Portuale, al fine di valorizzare la partecipazione degli enti territoriali. Questa è la strada per arrivare quindi al riconoscimento dell’importanza di Siracusa e Pozzallo che devono essere rappresentate, con il peso che meritano, negli organi di gestione della Adsp della Sicilia Orientale, di cui fanno pienamente parte. Questo passaggio, appena concretizzato- entra nel dettaglio Scerra- impegna il governo ad un percorso sul quale continueremo a lavorare per risolvere la disparità di trattamento che si era venuta a creare nei confronti di altri enti locali, cosicché anche Siracusa come capoluogo di Provincia abbia pari dignità rispetto alla Città Metropolitana di Catania, consentendo anche a Pozzallo di contare a tutti gli effetti nei processi decisionali interni della Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale”.




Incendio alle terre confiscate alla Mafia,Cna: “Gesto ignobile contro chi lavora per la legalità”

“Ferma condanna per il vile atto intimidatorio subito dalla cooperativa Beppe Montana- Libera Terra”. Cna Siracusa, attraverso il Presidente comunale di Lentini, Innocenzo Russo, e la Presidente territoriale, Rosanna Magnano, esprime “totale solidarietà e vicinanza ai suoi lavoratori e dirigenti. L’incendio, di assai probabile natura dolosa- ricorda Cna- che ha distrutto venti ettari di grano biologico su terreni confiscati alla mafia, non è solo un danno economico, ma un attacco diretto al cuore della legalità e a uno dei simboli più importanti del riscatto del nostro territorio”.
“L’attacco alla cooperativa Beppe Montana è un attacco a tutte le imprese sane e oneste della nostra provincia e della Sicilia. Colpire chi, con coraggio, lavora su beni strappati alla criminalità significa tentare di riaffermare un potere che invece va combattuto ogni giorno, senza tregua”, dichiarano in una nota congiunta Innocenzo Russo e Rosanna Magnano. “Questo non è un episodio isolato, ma, come emerge dalle cronache, l’ultimo di una serie di atti intimidatori che delineano una chiara e inaccettabile strategia criminale. Non possiamo e non dobbiamo permettere che chi lavora per un’economia pulita e giusta venga lasciato solo”.
“Da sempre CNA è in prima linea nel contrasto a ogni forma di criminalità e ha costantemente supportato gli imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare. Il nostro ruolo è quello di essere un presidio di legalità al fianco delle aziende”, proseguono i vertici di CNA. “La solidarietà, che oggi arriva unanime da politica e società civile, deve tradursi in un’azione ancora più forte e coordinata da parte dello Stato e delle Istituzioni. Bisogna rafforzare la tutela di queste realtà esemplari e garantire che possano operare in sicurezza. Isolare e colpire chi produce ricchezza e sviluppo nel rispetto delle regole è l’obiettivo della mafia; rispondere uniti e compatti è il dovere di tutta la comunità”.

CNA Siracusa ribadisce il proprio impegno a promuovere la cultura della legalità e a sostenere, con tutti i propri strumenti, gli imprenditori e i lavoratori che, come quelli della cooperativa “Beppe Montana”, rappresentano il volto migliore e più coraggioso della nostra terra.




Controlli straordinari a Marzamemi, lente d’ingrandimento sui locali pubblici

Proseguono i controlli straordinari del territorio disposti dal questore in tutta la provincia, potenziati per il periodo estivo, quando il numero di avventori nelle zone maggiormente frequentate da giovani e turisti.
Nella serata di ieri, tali servizi si sono concentrati a Marzamemi dove, gli agenti del commissariato di Pachino e del Reparto Prevenzione Crimine della Sicilia Orientale di Catania, hanno identificato 76 persone e controllato 25 veicoli.
Particolare attenzione è stata posta al controllo degli esercizi pubblici per la somministrazione di cibi e bevande. Sono stati controllati numerosi esercizi commerciali ed uno di questi è stato sanzionato amministrativamente per 300 euro per non aver rispettato l’ordinanza sindacale che vieta l’utilizzo di apparecchi di amplificazione sonora all’aperto. I servizi di controllo straordinario del territorio proseguiranno nei prossimi giorni in tutte le località ritenute maggiormente “sensibili” della provincia.




In sella ad una bici rubata, 51enne bloccato in via Necropoli Grotticelle: denunciato

Era in sella ad una bicicletta risultata rubata. Un uomo di 51 anni è stato sorpreso dagli agenti delle Volanti, in servizio di controllo del territorio, ieri pomeriggio in via Necropoli Grotticelle. L’uomo è stato denunciato per ricettazione, mentre la bici è stata restituita al legittimo proprietario.




“Inquinanti a livelli elevati” e il sindaco di Augusta corre a denunciare Ecomac

Il sindaco di Augusta ha denunciato la società che gestisce l’impianto Ecomac, dove il 5 luglio si è sviluppato il rovinoso incendio da cui si è sprigionata una nube nera che si è sparsa per la provincia. Giuseppe Di Mare ha ricevuto poco dopo le 17.30 una comunicazione da Arpa Sicilia, parr anche con i valori di diossine e furani. “Numeri esagerati”, ha detto sobbalzando dalla sedia nel suo ufficio al Comune di Augusta. Ed ha subito preso la decisione di correre dai Carabinieri per presentare una denuncia contro Ecomac per disastro ambientale. Prima una riunione con la giunta, quindi la denuncia.
Poi va in diretta sui social. “Ci sono connessioni di causa ed effetto tra i valori inquinanti registrati e l’incendio. Ho presentato querela per individuare tutti i responsabili di questo disastro. Una scelta forte, per chiarezza ed a tutela della città di Augusta”, dice Di Mare. “Abbiamo chiesto ulteriori dati sui terreni del territorio. Quando abbiamo ricevuto i valori, ci siamo riuniti e abbiamo deciso questa azione di tutela di Augusta. Siamo determinati, certi limiti non si possono superare. Ci mettiamo al fianco della magistratura, in cerca delle responsabilità. Anticipo anche la costituzione di parte civile in eventuale procedimento. Da oggi chiediamo di individuare responsabili del disastro”.




Incendio ad Augusta, la Regione istituisce gruppo di lavoro per emergenza ambientale

Quasi una settimana dopo, la Regione “scopre” la gravità dell’incendio che si è sviluppato in Ecomac (Augusta), con una nube nera che ha tormentato per giorni le popolazioni dei centri vicini. «In seguito al grave incendio verificatosi nel sito di stoccaggio della Ecomac, ad Augusta, e alle criticità ambientali che ne sono derivate, ho disposto l’immediata istituzione di un gruppo di lavoro, sotto il coordinamento della nostra Protezione civile. Ne fanno parte Asp, Arpa, Vigili del fuoco e i Comuni interessati, con l’obiettivo di monitorare, valutare e affrontare tempestivamente ogni ricaduta sulla salute pubblica e sull’ambiente”, spiega il presidente Schifani.
“Il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina – prosegue Schifani – ha già preso contatto con sindaci e Vigili del fuoco per agire con rapidità, garantendo ai cittadini il massimo supporto. Il governo regionale è al fianco delle amministrazioni locali e delle autorità sanitarie e ambientali, a cui è assicurato tutto il necessario supporto operativo e istituzionale. La tutela della salute dei siciliani e della sicurezza del territorio resta la nostra assoluta priorità”.
L’incendio è scoppiato il 5 luglio. Attualmente l’area è ancora presidiata notte e giorno dai Vigili del Fuoco impegnati in operazioni di smassamento e spegnimento nuovi focolai, con altri pennacchi di fumo nero che si levano. Le analisi Arpa, in attesa dei valori di diossina e furani, hanno intento evidenziato le aree raggiunte dal plume e dai relativi inquinanti collegabili all’incendio.
Ieri, il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa ha diffuso consigli prudenziali per l’uso di acqua ed il consumo di frutta e verdura.




La nube nera sprigionata dall’incendio Ecomac, i nuovi dati Arpa: il 7 luglio il giorno peggiore

Tra poche ore saranno disponibili i dati relativi ai valori di diossine e furani sprigionatisi a seguito del rovinoso incendio di migliaia di tonnellate di materiale plastico, all’interno dell’impianto Ecomac di contrada San Cusumano (Augusta). Nel frattempo, Arpa Sicilia ha rilasciato un aggiornamento sul monitoraggio ambientale in corso nell’area.
Tredici pagine di dati e analisi. “L’incendio avvenuto presso l’impianto Ecomac, nella zona industriale di Augusta, tra il 5 e il 7 luglio 2025, ha comportato il rilascio di significative quantità di fumi in atmosfera” è l’incipit accompagnato da un immagine satellitare (FIRMS-MODIS-NASA), in cui l’area rossa più estesa indica l’incendio allo stabilimento Ecomac e la parte rossa più piccola è causata dal calore degli impianti Sonatrach.

In sintesi, l’incendio “si è inserito in un contesto meteorologico particolarmente variabile, caratterizzato da un’evoluzione delle condizioni atmosferiche che ha influenzato in modo significativo il comportamento e la dispersione degli inquinanti rilasciati. Nei giorni del 5 e del 6 luglio – spiegano gli esperti di Arpa Sicilia – il sistema di ventilazione prevalente ha favorito una diffusione del plume (la colonna di fumo, gas e calore che si innalza da un focolaio di incendio) su un’area piuttosto ampia, con un trasporto degli inquinanti verso sudest che ha contribuito a ridurne l’impatto localizzato. In queste due giornate, la presenza di venti moderati provenienti principalmente da nord-ovest ha consentito al pennacchio di disperdersi in direzione della fascia costiera ionica, limitando fenomeni di accumulo al suolo in prossimità della sorgente. Tuttavia – proseguono – la situazione è radicalmente cambiata il 7 luglio, che ha rappresentato la fase più critica dell’intero evento. In questa giornata, si è verificata una combinazione di fattori atmosferici sfavorevoli: l’assenza quasi totale di vento, un possibile strato di inversione termica nei bassi livelli dell’atmosfera e un marcato ristagno delle masse d’aria hanno ostacolato in modo netto la dispersione verticale e orizzontale degli inquinanti. Queste condizioni hanno favorito l’accumulo del plume nei pressi del suolo, soprattutto nelle ore notturne e del primo mattino”. I valori più elevati di benzene, Pm10 e H2S (idrogeno solfarato, ndr) sono stati rilevati dalle stazioni di Augusta-Megara, Augusta-Marcellino e Priolo.
Il giorno successivo, l’8 luglio, sebbene la ventilazione ha ripreso progressivamente vigore, tornando a interessare l’area con direzioni più organizzate e una moderata intensità, “si registra ancora nella stazione Augusta- Megara alle ore 7 dell’8 luglio un picco orario di benzene e la concentrazione media giornaliera di PM10 risulta più elevata di quella del giorno precedente”.
nel dettaglio, le concentrazioni di benzene hanno registrato diversi picchi superiori a 20 µg/m3. Nella stazione Priolo, ad esempio, sono stati registrati tre superamenti: il 5 luglio alle ore 22:00 con una concentrazione pari a 36 µg/m3 , il 6 luglio alle ore 00:00 con una concentrazione pari 33 µg/m3 e il 6 luglio alle ore 23:00 con una concentrazione pari 26 µg/m3. Nella stazione Augusta-Megara si riscontrano 15 superamenti della soglia oraria nei giorni 7 e 8 luglio, di cui 4 superiori a tre volte la soglia oraria. “Tali concentrazioni, visto peraltro la vicinanza all’impianto Ecomac, sono da correlare all’incendio”, spiega Arpa Sicilia.
Le concentrazioni di idrocarburi non metanici, NMHC, hanno registrato numerosi picchi orari superiori al valore soglia (200 µg/m3), in particolare nella stazione Augusta-Megara sono stati registrati cinque picchi orari superiori a 1400 µg/m3 : il 7 luglio alle ore 06:00 e alle ore 21:00 pari a 1430 µg/m3 e 1403 µg/m3 e l’8 luglio alle ore 06:00 e alle 07:00 pari a 1486 µg/m3 e 1642 µg/m3. “Queste concentrazioni orarie sono comunque spesso rilevate in questa stazione, vista la prossimità agli impianti petrolchimici”, la postilla che arriva dall’agenzia regionale protezione dell’ambiente.
Per l’idrogeno solforato (H2S), sono stati registrati dieci superamenti della soglia olfattiva nella stazione di Augusta-Marcellino dal 5 all’8 luglio, con valori intorno a 9 µg/m3 (8,8 e 9,1 µg/m3 ) e tre superamenti nella stazione Priolo il 7 e l’8 luglio con valori pari a 8,1, 13,5 e 11,6 µg/m3. “Se il materiale combustibile che ha provocato l’incendio conteneva zolfo, uno dei gas prodotti può essere l’idrogeno solforato”, la valutazione dei tecnici.
Quanto alle concentrazioni giornaliere di PM10 e PM2.5, il limite della concentrazione media giornaliera (50 µg/m3) è stato superato nella stazione Augusta-Megara il 7 e l’8 luglio, con concentrazioni pari a 79 e 108 µg/m3. “Tali concentrazioni, non rilevate nelle altre stazioni, sono attribuibili all’incendio”.
Per il PM2,5 il valore guida OMS (15 µg/m3 ) sulla concentrazione media giornaliera è stato superato in molte stazioni, soprattutto il 7 luglio e in particolare nelle stazioni di SR-Via Gela, Augusta, SR-Verga e Melilli.
Per la valutazione della dispersione del plume, effettuata in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC), sono stati esaminati i dati meteo delle 5 stazioni di monitoraggio di qualità dell’aria ubicate nel raggio di 20 km dall’impianto (Augusta Monte Tauro, Melilli, Solarino, SR – Asp Pizzuta e SR – Via Gela). Le cinque stazioni meteo esaminate mostrano un quadro coerente ma differenziato nelle condizioni meteo.
Il 5 luglio, quando scoppia l’incendio, la dispersione del plume si è orientata in direzione SSE–SE, “con trasporto efficiente nelle ore notturne e mattutine”. Gli effetti a terra sono probabili verso Priolo, Floridia, Solarino e Siracusa alta, con bassa concentrazione per effetto della ventilazione. Il 6 luglio, il plume si è spostato in direzione SE–ESE, lungo una fascia geografica che comprende Belvedere, Solarino, Siracusa città, “mantenendo però una buona dispersione grazie a condizioni ventilatorie più favorevoli rispetto al giorno precedente”.
Il 7 luglio è la giornata critica per ristagno. “Le condizioni possono aver favorito un accumulo locale degli inquinanti, con dispersione molto limitata e potenziale aumento delle concentrazioni al suolo. Particolarmente a rischio l’area immediatamente circostante l’Ecomac, fino a 2–3 km sottovento, in condizioni di inversione termica o aria stagnante”. In quella data si sono infatti rilevate concentrazioni medie orarie di benzene e PM10 elevate nella stazione Augusta-Megara, distante circa 700 m dall’impianto Ecomac.
L’8 luglio riprende la ventilazione. “Sebbene le condizioni sembrino favorevoli alla dispersione e diluizione del plume residuo, in quanto il cambiamento nella direzione del vento devia il trasporto verso il mare, si registra ancora nella stazione Augusta- Megara alle ore 7 dell’8 luglio un picco orario di benzene e la concentrazione media giornaliera di PM10 risulta più elevata di quella del giorno precedente”.
I dati meteo delle 5 stazioni sono stati utilizzati per modelli di dispersione atmosferica di tipo gaussiano radiale isotropo, costruito per visualizzare qualitativamente il potenziale comportamento del plume su base oraria e spaziale. In particolare: il 5–6 luglio, i modelli mostrano una traiettoria chiara verso sud-est, con effetto mitigato dalla ventilazione; il 7 luglio è il giorno più critico quando in assenza di ventilazione, il plume resta intrappolato nei primi 100–200 m di atmosfera, con possibilità di ricadute elevate di particolato; l’8 luglio dovrebbe corrispondere ad una fase iniziale di pulizia atmosferica, in cui però si registrano ancora in prossimità dell’impianto (Augusta-Megara) concentrazioni elevate di benzene e PM10.
La mappa realizzata da Arpa Sicilia “rappresenta visivamente la dispersione stimata degli inquinanti atmosferici rilasciati durante l’incendio, utilizzando una scala cromatica che va dal giallo al rosso fino al nero per indicare la decrescita della concentrazione del plume. Le zone più vicine alla sorgente, evidenziate in rosso vivo, individuano l’area di massima ricaduta al suolo, tipicamente localizzata entro un raggio di uno o due chilometri dal punto di emissione. Spostandosi verso l’esterno, il colore sfuma in tonalità arancio e poi violacee, corrispondenti a concentrazioni intermedie che si possono verificare in condizioni di ventilazione debole o stagnante, come quelle osservate nella notte tra il 6 e il 7 luglio. Ancora più lontano dalla sorgente, la mappa mostra zone grigio-trasparenti che indicano concentrazioni più basse, compatibili con il trasporto del plume su distanze superiori ai cinque chilometri. Nel contesto geografico della mappa, si possono distinguere alcuni centri abitati e aree sensibili potenzialmente interessate dalla ricaduta del plume. A sud-ovest della sorgente si trova il centro urbano di Melilli, che risulta tra i più prossimi e quindi potenzialmente esposto soprattutto nelle prime fasi dell’incendio. Più a nord-ovest, in direzione dell’interno, si collocano Villasmundo e Borgo Rizza, due località rurali che potrebbero essere state coinvolte soprattutto nelle ore notturne, quando i venti tendono ad affievolirsi. Infine, procedendo verso sud, si estende l’area industriale e urbana tra Priolo Gargallo e Castelluccio, che nelle condizioni di ristagno e instabilità direzionale registrate il 7 luglio, potrebbe aver subito un’esposizione prolungata agli inquinanti, specialmente nei bassi strati dell’atmosfera”.

Tra il 5 e l’8 luglio sono pervenute tramite il sistema Nose diverse segnalazioni da parte dei cittadini. Il picco il 7 luglio, nella fascia oraria 8-10, con i cittadini che hanno percepito un forte odore di bruciato. Le zone più interessate sono Augusta e Melilli. “Sebbene l’incendio sia divampato giorno 5 luglio, soltanto dopo due giorni le centraline della zona di Augusta hanno registrato concentrazioni di benzene, H2S e PM sopra le soglie”.