Siracusa. I quadri di Villa Reimann "ritrovati": appesi alle pareti ma non dovevano essere lì

 Siracusa. I quadri di Villa Reimann "ritrovati": appesi alle pareti ma non dovevano essere lì

Come nel miglior “giallo”, si sono messi sulle tracce di quadri, mobili, suppellettili e gioielli appartenuti a Christiane Reimann. Erano stati lasciati in eredità dall’infermiera danese alla città che l’aveva stregata, Siracusa. E diversi oggetti li hanno “ritrovati” e fotografati. Nel 2011 risultavano “non presenti” nel verbale redatto dai carabinieri del nucleo di tutela del patrimonio artistico. Dovevano essere nel “caveau” del Comando dei Vigili Urbani – in realtà poco più di uno stanzino – ma scorgendo l’inventario redatto nei tardi anni settanta, dopo la donazione testamentaria, di quei quadri lì non c’era traccia. Come di altri beni e – pare – degli stessi gioielli della Reimann.
Che fine hanno fatto? La domanda è rimbalzata in queste ultime settimane sui social network e poi ripresa anche da SiracusaOggi.it. A “battagliare” per ridare dignità e decoro a Villa Reimann – e a quanto lasciato in eredità alla città – è il comitato Save Villa Reimann. Alcuni dei suoi componenti hanno scoperto poco tempo fa dove erano finiti alcuni dei beni mancanti all’appello.
Non ci crederete: erano ancora a Villa Reimann. Appesi ad una parete o ammassati in uno dei locali dove mobili e altri oggetti sono finiti e rimasti dimenticati uno sopra l’altro a dispetto di una storia degna di tutela. La sorpresa degli autori della scoperta è comprensibile. Perchè poco meno di 40 anni fa una delle prime disposizione assunte dal Comune entrato in possesso della Villa fu di decidere il trasferimento in luogo più sicuro di quanto di valore presente, in attesa di adempiere alle volontà testamentarie.
E’ successo per il quadro denominato “Fanciulle” e il “Nobiluomo”. Diversa sarebbe invece la storia del “Paesaggio Lacustre”, valutato nel 1985 circa 30 milioni di lire. Quest’ultimo era stato fotografato non molto tempo fa all’interno di una stanza del Comando della Municipale, prima di tornare nel luogo dove doveva essere custodito.
E’ chiaro che nascono, naturali, domande. Sono sempre rimasti là? Qualcuno li ha spostati? Quali sorprese nelle altre stanze chiuse a chiave? Tutte domande a cui potrebbe tentare di dar risposta la Commissione adesso istituita dal Comune di Siracusa.
Villa Reimann è datata 1881. Siracusa – secondo testamento – avrebbe dovuto destinarla “a perenne sede di attività formative ed educative, manifestazioni culturali di rango universitario o di elevato interesse intellettuale, aventi lo scopo di contribuire al progresso civile della città”. Ma solo nelle ultime settimane è tornato attuale il dibattito sulla storica costruzione in cerca di una identità e una definitiva valorizzazione. La scelta di inserire il giardino botanico di Villa Reimann nel circuito del biglietto unico dei beni del Comune visitabili con lo stesso ticket – affidandone la gestione a privati – potrebbe rivelarsi mossa utile per reperire risorse da investire per lavori necessari all’interno della Villa. Che aspetta di trovare una identità definitiva, tra mille dibattiti e dispute che non hanno lasciato sin qui un segno concreto.

 

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