Dividersi sulla “pace”? Il caso delle manifestazioni pro Gaza, la distanza e le sfide
Dopo le polemiche sul messaggio pro Gaza non letto ed il lenzuolo apparso sul palco del teatro greco di Siracusa, il presidente di Lealtà&Condivisione lancia una provocazione diretta al sindaco Francesco Italia. “Lui parla di dialogo, ricorda che non ha esitato ad esporre la bandiera dell’Ucraina e che per gli animali è pronto a tenere alto uno striscione in piazza. Allora gli chiediamo di appendere un drappo bianco sul balcone di Palazzo Vermexio e di farsi promotore di una manifestazione di Gaza. Noi ci saremo, in prima fila a tenere alta la bandiera dell’umanità e la fine del massacro”. Così Carlo Gradenigo replica alle dichiarazioni su FMITALIA del primo cittadino, proprio sul caso che aveva sollevato discussioni nel fine settimana scorso. “Ci ha offeso con le sue parole, gettando su tutti noi l’ombra dell’antisemitismo”, dice poi con rabbia Gradenigo forse interpretando estensivamente parole che invece volevano condannare gli estremismi, da una parte e dall’altra. Curioso, però che su un tema universale come la “pace” non si riesca a trovare un canale di dialogo “pacifico” e senza derivazioni politiche.
Procedere a forza di provocazioni, sfide e prove di forza – di uno o di un altro protagonista di questa storia – rischia solo di svilire l’importanza di un tema su cui, di fondo, non può che esservi condinvisione.














