Chiude Etilene, nel 1985 la terribile esplosione che spaventò l’intera area industriale
L’impianto di etilene di Priolo Gargallo non è più in funzione. Sarà bonificato, dismesso e lascerà posto ad una nuova linea di produzione: una bioraffineria per nuovi carburanti per l’aviazione e riciclo chimico della plastica. Si chiude una pagina di storia importante, durata quattro decenni. Era il cracking più grande d’Europa, motivo di orgoglio per chi lì lavorava. Al reparto etilene di Priolo è anche collegato il ricordo dell’incidente industriale più spaventoso di sempre per il polo petrolchimico siracusano.
Era il 19 maggio del 1985. Una palla di fuoco si stagliò nel cielo, ben visibile a chilometri di distanza. Da una colonna fuoriuscì del gas che, con un fortuito innesco, si incendiò dando vita a quello che è noto come “jet fire” che ha colpito un serbatoio di etilene. Lo chiamavano “sigaro” per la sua forma stretta e allungata. La forza del gas infuocato scagliò il sigaro letteralmente in aria, tipo un missile. Nella ricaduta, si conficcò tra tubi e lamiere. Diversi furono i feriti e purtroppo anche un decesso, dopo 15 giorni di agonia in ospedale. L’impianto venne ricostruito e rimesso in funzione in poco tempo.

“Abbiamo visto l’inferno e siamo risaliti”, racconta Andrea oggi in pensione. Quel giorno drammatico, era in servizio. Beniamo Scarinci, priolese, esponente della DC, quel 19 maggio lo ricorda bene. “L’impianto di etilene ci ha fatto passare la notte più brutta. Un boato ci fece uscire tutti per strada, il cielo color fuoco, l’intensità delle fiamme: tutto ci fece capire subito che era accaduto qualcosa di veramente grave. Moltissimi Priolesi passarono quella notte in macchina, un ricordo indelebile! E ora che quello stesso impianto è stato spento per sempre, che dire, speriamo che il futuro ci riservi un rilancio in modo che ci ricorderemo di questo luglio 2025 come di un mese normale e non come quello in cui si è detta la parola fine!”.














