Gaza, Albanese, Charlie Kirk: questioni internazionali come micce locali in Consiglio comunale

 Gaza, Albanese, Charlie Kirk: questioni internazionali come micce locali in Consiglio comunale

Vicende internazionali continuano ad attraversare il Consiglio comunale di Siracusa, da Gaza all’uccisione di Charlie Kirk. Una spinta idealista, ora del Pd ora di FdI, certamente vivace e di confronto ma che però rischia – se non ben compresa e guidata – di esacerbare animi già tesi, su temi divisivi che finiscono per alimentare più lo scontro che il confronto. All’esterno di Palazzo Vermexio più che in Aula, forse.
Una situazione che il presidente Alessandro Di Mauro non intende sottovalutare, magari richiamando i consiglieri a cui potrebbe chiedere di abbassare i toni onde evitare do alimentare contrapposizioni che finiscono per creare un clima pesante poi in città, tra divisioni e fazioni.
Dopo la proposta di intitolare una via per Ramelli (FdI) e dopo la richiesta di benemerenza civica per Francesca Albanese (PD) – giusto per citare alcuni degli ultimi casi – è ora l’assassinio di Charlie Kirk a diventare tema di analisi del civico consesso.
Il consigliere Paolo Romano (FdI), già al centro di uno scontro verbale con alcuni Pro Pal nei giorni scorsi, ha chiesto un momento di riflessione per “ricordare la tragica e brutale morte del giovane conservatore statunitense, ucciso non per ciò che ha fatto, ma per ciò che pensava”. Secondo Romano, “é un fatto che dovrebbe colpire la coscienza di ciascuno di noi, indipendentemente dalle idee che professiamo”. E diventa occasione per interrogarsi “sul significato autentico della libertà di opinione, che non può essere solo proclamata nei manifesti, ma deve essere difesa nella pratica” perchè “quando si arriva a spegnere una voce con la violenza, non si colpisce solo quella persona: si colpisce il principio stesso su cui si fonda ogni società civile”. Poi la chiosa: “Non chiedo condivisione sul piano politico, ma solo un momento di riflessione. Perché se iniziamo a giustificare, o anche solo a minimizzare, la violenza contro chi la pensa diversamente, allora abbiamo perso tutti”.
Un appello alla riflessione, dunque, che si inserisce in un dibattito spesso acceso ma che a Siracusa non ha mai negato spazi di parola né trasformato l’avversario politico in un nemico da abbattere. La sfida, semmai, resta quella di mantenere il confronto dentro i confini del rispetto reciproco, senza che questioni internazionali si trasformino in micce per divisioni locali. Perché, come ricordano le stesse parole di Romano, la libertà di opinione si difende soprattutto nell’esercizio quotidiano: nelle aule consiliari come nelle piazze della città.

 

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