Gaza, presidio Pro Pal alla Balza Akradina. “Antisemiti? No, noi condanniamo Hamas”
Nuova chiamata alla mobilitazione del Comitato Siracusano per la Palestina. Presidio questa sera – 18 settembre – alla Balza Akradina, a partire dalle 18. “Fermiamo il massacro” è il claim scelto per l’appuntamento che segue le proteste sotto la Prefettura, il Comune e poi la massiccia presenza alla Marina per la Global Sumud Flotilla. “Abbiamo cambiato location e non ci rivolgiamo più alle istituzioni ma all’opinione pubblica siracusana”, spiega Simona Cascio, una delle referenti del Comitato. “Abbiamo visto atterriti cosa sta accadendo a Gaza in queste ore. Bombe, famiglie in fuga, bambini che muoiono. Non possiamo far finta che non sta succedendo niente. Per questo abbiamo scelto un luogo facilmente raggiungibile da chiunque per dare vita ad presidio per manifestare la nostra indignazione e consolidare il movimento di opinione con cui vogliamo spingere il governo ad intervenire per la pace”.
Nelle ultime settimane, la partecipazione dei siracusani è andata aumentando ai vari appuntamenti Pro Pal. “Stiamo diventando tantissimi, tra l’altro sono contenta perché tante organizzazioni e associazioni si stanno unendo a noi, è un movimento molto eterogeneo. Finalmente la comunicazione di ciò che accade a Gaza è cambiata, sii racconta e si parla in tv di cosa sta accadendo. L’Onu ha riconosciuto il genocidio e quindi io credo che la nostra costanza, la nostra perseveranza, ogni iniziativa per manifestare, finalmente ha aperto uno squarcio”, dice la Cascio. Altri comitati Pro Pal stanno per attivarsi intanto a Canicattini, a Solarino, a Floridia. “Partiamo dal basso ma vogliamo fare sentire la nostra voce. Siamo dalla parte dell’umanità e diciamo basta alla barbarie. Invitiamo tutti a prendere posizione e riuscire a premere, come opinione pubblica, sulla politica”.
L’accusa che viene spesso rivolta al Comitato è di essere filo Hamas. “Assurdo. Chi ha visto il nostro volantino della prima ora, quello del 13 aprile, ha letto la nostra condanna dell’attacco del 7 ottobre. Diciamo però che questa storia non è iniziata il 7 ottobre: sono anni che la popolazione palestinese viene oppressa. Noi siamo con i palestinesi, noi siamo coi bambini, coi civili, con le persone affamate senza ormai case e ospedali. Con loro ma non con Hamas. E per quanto riguarda l’accusa di antisemitismo, la rispediamo al mittente – aggiunge Simona Cascio – perchè non abbiamo nulla contro gli israeliani, semmai contestiamo le scelte dell’esecutivo Nethanyau. La popolazione palestinese deve ricevere il cibo, devono poter vivere nelle loro case e su questo siamo fermi”.














