La nuova tendenza dell’urbex a Siracusa: esplorare luoghi abbandonati per raccontare l’invisibile
Sta prendendo sempre più piede anche a Siracusa la tendenza dell’urbex, acronimo di urban exploration, l’esplorazione urbana di luoghi abbandonati, edifici storici dimenticati e strutture in declino. Un fenomeno diffuso soprattutto tra i giovani, spinti dal desiderio di scoperta, avventura e documentazione e spesso condivisa sui social.
A Siracusa, uno degli urbexer più noti sui social è Massimiliano Alfano, conosciuto come Don Massimiliano. Con i suoi video e le dirette durante le esplorazioni, Alfano porta alla luce pezzi di storia dimenticata della città e allo stesso tempo sensibilizza l’opinione pubblica sulle condizioni di edifici storici, monumenti abbandonati e strutture in declino. Le sue testimonianze digitali diventano così uno strumento per capire quanto patrimonio culturale e architettonico sia ancora trascurato, aprendo riflessioni sulla conservazione e la valorizzazione dei luoghi urbani.
Ma cos’è davvero l’urbex e come funziona? Chi pratica questa disciplina, chiamato urbexer, si muove con regole precise: l’accesso ai luoghi deve avvenire senza danneggiare nulla, rispettando la sicurezza propria e altrui, e senza violare proprietà private. La pratica, oltre all’adrenalina della scoperta, mira a registrare e raccontare la storia dei luoghi dimenticati, attraverso fotografie, video e dirette social, creando un ponte tra memoria storica e narrazione contemporanea.
Dal punto di vista sociologico, l’urbex rappresenta una forma di esplorazione urbana alternativa e creativa, un modo per i giovani di confrontarsi con la città reale, fuori dai circuiti turistici tradizionali, stimolando curiosità, senso di comunità e attenzione verso il patrimonio storico-architettonico spesso trascurato. Non bisogna però trascurarne i rischi e le controindicazioni legali.
“Perchè lo faccio? Perché procura tante emozioni”, ci spiega proprio Alfano. “Pensate ad essere soli, all’interno di una struttura abbandonata, con il cuore che batte a mille”. Ed in effetti, i video delle esplorazioni sembrano comunicare proprio quelle sensazioni. “Vedere luoghi un tempo vivi in queste condizioni, abbandonati ed inesplorati – aggiunge – è come vedere un tramonto. Ma è anche vero che l’urbex è un modo per riscoprire pezzi o particolari di storie familiari o di edifici dimenticati della Siracusa che fu. Lo dico spesso nei miei video – conclude – mi auguro che prima o poi chi può intervenga, per salvaguardare questo straordinario patrimonio che rischia di finire distrutto o vandalizzato e che intanto però è già tristemente dimenticato”.



















