Il futuro di Ias? Non passa da Augusta. Il sindaco: “Avanti con il nostro depuratore, però…”

 Il futuro di Ias? Non passa da Augusta. Il sindaco: “Avanti con il nostro depuratore, però…”

Per assicurare un futuro al depuratore consortile Ias, ora che è imminente il distacco delle grandi aziende industriali, più parti rilanciano l’idea di convertirlo solo a depurazione civile. Ma i solo comuni di Priolo e Melilli, che già vi conferiscono i loro reflui, non bastano (economicamente soprattutto) per mantenere in vita quella struttura frutto di una visione degli anni 80 del secolo scorso. Ecco allora che si guarda ai reflui depurati da Siracusa che però vengono immessi nel porto Grande: potrebbero essere collettati e spediti in Ias, seguendo una condotta parzialmente esistente; ma soprattutto si potrebbe collettare Augusta, cittadina ancora senza un suo depuratore.
A questo progetto dice un fermo e secco no il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare. “No e questo lo sanno tutti: Augusta non rinuncia al suo depuratore, ora che abbiamo tutto pronto per avviarne la costruzione. Lo dico con grande affetto a chi oggi fa come il ciclista che vede la scritta arrivo dopo un tappone pirenaico, e per chi si ne occupa di ciclismo sa che cosa significa fare le salite al 15, al 16, al 17 per cento. Vede la scritta arrivo e decide di girare e fare il percorso al contrario. Sarebbe folle”. La metafora suona chiara. In dirittura d’arrivo dopo conferenza servizi e progettazione, non è questa la strada. “Noi andiamo avanti per la nostra strada. Ho un’interlocuzione costante con il commissario nazionale, l’onorevole Fatuzzo, e lo ringrazio per la determinazione, per aver portato il progetto alla gara, perché siamo davvero prossimi alla gara. Il depuratore di Augusta si farà e sarà gestito dal comune di Augusta o dall’ente gestore che verrà individuato”, spiega Di Mare.
Ma se qualcosa in questo percorso può esser fatta per salvare anche Ias, forse c’è qualche margine. “Ci sono soluzioni intermedie, si possono fare altre cose. Ne possiamo parlare, non ci sono problemi. Ma nessuno può mettere in dubbio altre cose, ad esempio che Augusta non avrà il suo depuratore. Vent’anni fa, trent’anni fa probabilmente la scelta di collettarsi in Ias era il percorso più corretto. Io non sono la persona che può rispondere come mai non si sia fatto all’epoca”.
In tutta questa storia c’è poi il paradosso di un impianto che rimane al centro di una delicata vicenda giudiziaria. “Non sappiamo quando finirà né come finirà. Dire che Augusta si deve allacciare oggi a Ias equivale a dire fermare tutto. Per me, ripeto, è follia”.

 

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