Tentato femminicidio di Canicattini, il Codacons: “Codice rosso, falle nella prevenzione”
Il Codacons e il Codacons Donna intervengono sul tentato femminicidio di Canicattini Bagni e sollevano dubbi sull’efficacia del Codice Rosso. “Ancora una volta ci troviamo di fronte a una vicenda che mette in luce falle profonde nei meccanismi di prevenzione e protezione. Non basta che una donna trovi il coraggio di denunciare: lo Stato deve essere pronto a garantirle tutela immediata e reale”. Lo dice l’avvocato Federica Prestidonato, presidente di Codacons Donna. “Il Codice Rosso, nato per velocizzare le procedure, rischia di rimanere un contenitore vuoto se non accompagnato da una rete operativa efficiente e da risorse adeguate. Servono risposte concrete e tempestive, non solo buone intenzioni.”
Le due realtà associative intendono richiamare l’attenzione sulle criticità dei meccanismi di tutela previsti dalla normativa vigente e sulla necessità di un intervento più rapido e coordinato da parte delle autorità competenti.
“Se, come riportato dagli organi di stampa, la vittima aveva già sporto denuncia contro l’ex nel mese di settembre – afferma l’avvocato Bruno Messina, Vicepresidente Regionale Codacons – è doveroso chiedersi quali misure siano state effettivamente attivate nei giorni e nelle settimane successive. Il Codice Rosso è davvero uno strumento efficace nei casi in cui la rapidità può salvare una vita?”.
“Si tratta dell’ennesimo atto di violenza inaudita – prosegue Messina – che colpisce una donna indifesa e conferma quanto sia ancora radicata una cultura di sopraffazione e possesso. Ma sostenere la vittima adesso non basta: occorre comprendere se gli strumenti previsti dalla legge siano realmente in grado di prevenire simili tragedie. È necessario migliorare i protocolli di intervento e rafforzare la collaborazione tra Prefetture, Forze dell’Ordine e Centri Antiviolenza, affinché gli inquirenti possano realmente proteggere chi rischia di subire violenza da un ex compagno o da uno spasimante molesto”.
Per Messina, “la tempestività è decisiva. Intervenire subito e in modo coordinato dopo una denuncia può fare la differenza tra la vita e la morte. Servono risposte concrete, una rete stabile tra istituzioni e cittadini e un potenziamento degli strumenti di tutela per evitare che simili episodi si ripetano”.














