Cavadonna : “Celle sovraffollate e assenza d’ acqua calda”. La denuncia del Codacons

 Cavadonna : “Celle sovraffollate e assenza d’ acqua calda”. La denuncia del Codacons

Il Codacons interviene sulla situazione della casa circondariale di Cavadonna che evidenzia gravi criticità legate al sovraffollamento e alla carenza di servizi essenziali, tra cui la prolungata assenza di acqua calda, circostanza che avrebbe determinato una protesta pacifica da parte dei detenuti. Sulla vicenda prende posizione Francesco Tanasi, giurista e Segretario Nazionale Codacons, che chiede un intervento urgente del Ministro della Giustizia. “La detenzione comporta la limitazione della libertà personale, ma non può mai tradursi nella compressione dei diritti fondamentali. L’assenza di acqua calda e le condizioni strutturali critiche all’interno di un istituto penitenziario non sono tollerabili in uno Stato di diritto”. Secondo quanto emerso, all’interno dell’istituto si registrerebbero celle sovraffollate, ambienti umidi e freddi e disservizi protratti nel tempo. Situazioni che incidono direttamente sulla dignità delle persone detenute e sul clima complessivo della struttura. “Non si tratta di concessioni o privilegi – sottolinea Tanasi – ma del rispetto di standard minimi che lo Stato è tenuto a garantire anche nei luoghi di detenzione”. Il Codacons evidenzia come condizioni di questo tipo rischino di alimentare tensioni e disagio, rendendo più complessa la gestione dell’istituto e compromettendo il principio costituzionale della funzione rieducativa della pena. «Il carcere non può trasformarsi in un luogo di sofferenza aggiuntiva rispetto alla pena inflitta», afferma Tanasi. Alla luce delle criticità segnalate, il Codacons chiede al Ministro della Giustizia di disporre con urgenza verifiche sulla situazione del carcere di Cavadonna e di adottare tutti i provvedimenti necessari per il ripristino dei servizi essenziali e di condizioni di detenzione conformi alla legge. “Garantire dignità e diritti fondamentali nei penitenziari non è una scelta discrezionale, ma un preciso dovere dello Stato”. – conclude Tanasi.

 

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