Contenzioso sull’ex biblioteca di San Pietro, il Comune sfida la Soprintendenza al Tar
Il Comune di Siracusa presenta ricorso al Tar contro le prescrizioni della Soprintendenza nel procedimento relativo alla vendita dell’ex biblioteca comunale di San Pietro. Per Palazzo Vermexio sarebbero troppo penalizzanti per il valore e la futura commerciabilità dell’immobile.
L’atto riguarda l’immobile comunale di via San Pietro 20, già inserito tra i beni da alienare nell’ambito del piano di valorizzazione e dismissione del patrimonio. Sul bene è intervenuta una dichiarazione di interesse culturale nel luglio del 2025, che lo sottopone alle tutele previste dal Codice dei beni culturali.
Nella fase preparatoria della gara, il Comune ha acquisito la Verifica di Interesse Culturale (VIC) e ha chiesto alla Soprintendenza di Siracusa l’autorizzazione all’alienazione. Lo scorso 11 novembre 2025 gli uffici dei Beni Culturali hanno trasmesso il decreto/parere autorizzativo (DRS n. 8241/2025), formalmente favorevole alla vendita dell’immobile. Il via libera è però accompagnato da una serie di prescrizioni legate proprio alla dichiarazione di interesse culturale emergente nei mesi precedenti.
Per Palazzo Vermexio, alcune di queste condizioni configurano veri e propri vincoli reali da inserire nel futuro atto di compravendita. Tali vincoli, si sottolinea nella relazione tecnica, inciderebbero in modo significativo sia sulla stima economica del beneficio sia sulla sua appetibilità per eventuali acquirenti o investitori. Insomma, sarebbero un problema nel percorso di vendita su cui il Comune di Siracusa pare ormai concentrato. Al punto di aver sfrattato la Wunderkammer con le sue collezioni, ora in fase di trasloco all’ex Gargallo.
Gli uffici comunali hanno messo in evidenza le criticità del parere regionale, a difesa delle “ragioni e prerogative del Comune di Siracusa”, in un equilibrio non semplice tra salvaguardia del valore culturale e sostenibilità economica dell’operazione di vendita.
Il caso dell’ex biblioteca di San Pietro riporta al centro un tema ricorrente per i Comuni, il come conciliare la tutela del patrimonio storico-culturale con le esigenze di valorizzazione e razionalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Vincoli e prescrizioni troppo stringenti rischiano di deprimere la capacità del bene di attrarre investimenti, rendendo più difficili le operazioni di chiusura che potrebbero portare risorse alle casse comunali. E pare infatti che un preliminare di vendita, stipulato nel 2023, sia intanto evaporato alla luce delle complessità del procedimento.
Una minore rigidità sui vincoli, però, porrbbe interrogativi su come garantire la conservazione e l’uso compatibile di immobili riconosciuti di interesse culturale. La decisione di Palazzo Vermexio di rivolgersi al Tar apre, quindi, un fronte di contenzioso che potrà fare da precedente anche per altre realtà locali alle prese con dossier simili.














