Industria, la Uiltec boccia il 2025 sindacale: “mancata visione e rischio altissimo per i lavoratori”
“L’anno che ci apprestiamo a lasciarci alle spalle è stato senza dubbio uno dei più difficili per l’area industriale siracusana. Nel corso dei mesi sono esplose in maniera evidente tutte le criticità che da tempo gravavano sulle grandi aziende del territorio, mettendo a nudo fragilità strutturali, incertezze strategiche e una preoccupante mancanza di visione complessiva sul futuro industriale dell’area”. Inizia così la nota di bilancio sul 2025 tracciata dal segretario regionale della Uiltec, Andrea Bottaro. Un bilancio sindacale non positivo, per la sigla. “Le differenze di vedute, la mancanza di slancio e di determinazione hanno impedito al sindacato locale di giocare un ruolo da protagonista in attacco. Il galleggiamento e la melina degli ultimi tempi rischiano di avere un costo altissimo per i lavoratori, che sembrano aver perso iniziativa e capacità di lotta. È inutile sperare in un anno diverso senza una riflessione seria e un confronto vero tra sindacato e lavoratori, capace di determinare un deciso cambio di passo e di restituire prospettiva, forza e dignità al lavoro industriale del territorio. La Uiltec – prosegue Bottaro – augura che le logiche di spartizione politica di posti di potere e di piccolo cabotaggio non trovino spazio nel corso dell’anno 2026, perché il territorio siracusano merita di essere rappresentato diversamente. Serve mettere al centro i problemi per affrontarli e risolverli senza autoreferenzialità, senza politicizzazione delle questioni, ma con un lavoro sinergico e uno scatto di orgoglio per risollevare le sorti della provincia”.
Poi il segretario della Uiltec Sicilia si concentra sui grandi player del multisito industriale siracusano. “Isab – ricorda – ha fatto ricorso alla procedura di composizione negoziata del debito, facendo emergere le debolezze di un assetto societario poco solido e non sufficientemente definito. In questo contesto è indispensabile un intervento serio e responsabile del Governo, anche attraverso l’esercizio dei poteri della cosiddetta Golden Power. L’elemento positivo è rappresentato dai dati economici attesi per il 2026, che dovrebbero registrare numeri favorevoli e consentire la chiusura della procedura debitoria”.
Quanto a Versalis, “dopo oltre 40 anni di storia, ha fermato definitivamente gli impianti di etilene e aromatici. Con la firma del protocollo del 10 marzo si avvia la demolizione del cracking e la costruzione, nel prossimo triennio, di una bioraffineria e di un impianto di riciclo chimico delle plastiche. La gestione della fase transitoria sarà complessa e richiederà un dialogo sociale serio, continuo e responsabile”, scrive Bottaro.
C’è poi la questione Sasol che “ha fermato l’impianto delle paraffine e si appresta a fermare anche il PACOL HF, dichiarando 65 esuberi. La gestione degli stessi è stata affrontata attraverso un accordo di cassa integrazione che, in maniera lungimirante, la Uiltec ha sottoscritto e che è stato successivamente rigettato anche dall’Inps. Circa 30 lavoratori hanno lasciato l’azienda tramite l’accordo di Naspi, che la Uiltec ha condiviso. Resta – conclude il segretario Uiltec Sicilia – la preoccupazione per gli esuberi ancora presenti e, soprattutto, per la totale mancanza di prospettive industriali e per una gestione delle relazioni sindacali a livello locale, lacunosa e carente nei principi fondamentali”.
Tra le grandi aziende, “al momento solo Sonatrach sembra non risentire in modo significativo delle difficoltà che attraversano l’area industriale. La solidità della proprietà consente una marcia costante degli impianti e buoni risultati produttivi”, annota ancora Bottaro.
Resta ancora irrisolto il nodo Ias. “Il totale disinteresse della Regione Siciliana, proprietaria dell’impianto, si è intrecciato con la confusione legata al dibattito sul sistema idrico integrato, generando incertezza, polemiche e uno scaricabarile di responsabilità tra i diversi soggetti coinvolti. Nel frattempo il tempo scorre, la data del distacco delle grandi aziende si avvicina e i 37 lavoratori rimasti non hanno alcuna certezza sul proprio futuro. La chiusura dell’incidente probatorio e le più recenti vicende giudiziarie hanno chiarito che il presunto disastro ambientale era privo di fondamento, rendendo finalmente giustizia all’operato dei lavoratori Ias”.
Ultimo passaggio dedicato al sistema idrico integrato in provincia. “I lavoratori del settore restano in un limbo: quelli che dovranno transitare in Aretusacque e quelli che, estromessi dall’occupazione negli anni passati, attendono ancora di poter rientrare nel mondo del lavoro”.














