Addio a mons. Costanzo, un’eredità di fede ed impegno sociale

 Addio a mons. Costanzo, un’eredità di fede ed impegno sociale

La sofferenza come cammino di purificazione, cristianamente accettata e trasmessa come valore. Le ultime parole di mons. Costanzo sono state ancora una volta un messaggio di fede e di speranza, rivolto alla comunità che da arcivescovo ha guidato per quasi venti anni. Pastore dal cuore paterno, fermo eppure sempre aperto ai sussulti emotivi della vita. E’ stato l’arcivescovo Francesco Lomanto a rivelarne l’ultimo pensiero terreno, durante l’omelia pronunciata in Santuario, in occasione della messa esequiale. Accanto a Lomanto, alcuni cardinali e vescovi arrivati da più parti di Sicilia per l’ultimo omaggio a mons. Costanzo. Tra i banchi c’è anche il vicario della diocesi di Nola, prima sede vescovile del presule originario di Carrubba di Riposto. E ancora, rappresentanti dell’Azione Cattolica, il prefetto di Siracusa, il Questore, i sindaci di Siracusa e Canicattini insieme al vicesindaco di Augusta. E soprattutto tante persone comuni. Forse meno di quelle che sarebbe stato lecito attendersi per l’ultimo saluto ad un protagonista della storia religiosa e sociale recente del territorio siracusano.
Ad aprire la solenne cerimonia, i messaggi di cordoglio di papa Leone e della Cei. Poi l’omelia dell’arcivescovo Lomanto, che ha ripercorso le azioni e lo spirito che hanno guidato mons. Giuseppe Costanzo: l’attenzione costante e concreta verso i poveri ed i malati di AIDS, la vicinanza ai lavoratori ed agli operai in difficoltà, l’appello lanciato dopo il terremoto del 1990 (“Prima si costruiscano le case delle famiglie e poi le chiese”). La sua grande intraprendenza nell’organizzazione di eventi storici come la consacrazione del Santuario o il ritorno a Siracusa delle spoglie di Santa Lucia; la capacità di sferzare società e politica, mettendo in guardia dalle tentazioni dell’effimero.
Intimo e familiare il ricordo della nipote, Elisa come l’aneddoto sui giochi in arcivescovado o quelle feste di dicembre osservate dal balcone su piazza Duomo. “Un dono di Dio”, lo ha definito. Applaudita. Mentre il rettore del Santuario, padre Aurelio, apriva la teca che protegge l’effige prodigiosa della Madonnina, al centro dell’altare. Maria ed il miracolo delle lacrime, Lucia la Santa della luce: “due donne che parlano con gli occhi”, ricordava spesso proprio l’arcivescovo emerito.
Giuseppe Costanzo riposare adesso in Cattedrale, a Siracusa, nella cappella del Crocifisso. Con lui, solo una pergamena con i dati anagrafici. Il suo anello pastorale non sarà spezzato. Domani alle 10, la cerimonia di sepoltura.

 

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