Augusta. Fermato un presunto scafista egiziano: in pochi mesi è la sua quarta volta in Italia. "Tragedia sfiorata"

 Augusta. Fermato un presunto scafista egiziano: in pochi mesi è la sua quarta volta in Italia. "Tragedia sfiorata"

Nuova ondata migratoria nel Canale di Sicilia, dove tutte le navi di “Mare Nostrum” sono impegnate in soccorso. Diciassette sin qui gli interventi portati a termine, con oltre 2.500 migranti trasbordati sulle unità della Marina Militare. In attesa delle comunicazioni ufficiali sui porti di destinazione, è verosimile che di fronte una simile ondata Augusta sia chiamata a fare la parte del leone gestendo gli arrivi più consistenti. Con lo sbarco di ieri sono arrivati sulle nostre coste 443 migranti, di nazionalità siriana ed egiziana. Tra loro molte famiglie e 64 minori.
E’ stato posto in stato di fermo, intanto, un egiziano di 28 anni, Haraba Moaiaad, sospettato di essere lo scafista della traversata tentata dalle coste libiche a bordo di un barcone poi intercettato da nave Bergamini. Un’imbarcazione da pesca, priva di bandiera, che al momento dell’intercetto da parte della Nave San Giorgio si presentava agganciata ad un’altra imbarcazione di nazionalità sconosciuta, poco dopo sparita nel nulla. L’uomo è considerato organico all’organizzazione che gestisce il traffico di esseri umani lungo il Mediterraneo. Gli uomini del gruppo interforze hanno infatti accertato le modalità con cui era stato pianificato lo sbarco: due barconi partiti dalla Libia poi i migranti costretti a salire tutti stipati su di una imbarcazione mentre i trafficanti di uomini tornavano con la seconda imbarcazione verso la loro base, lasciando alla guida dell’imbarcazione con i migranti l’egiziano fermato ieri ad Augusta.
E si tratta di un soggetto “pratico”, come lo definiscono gli investigatori. In Italia era già stato segnalato a settembre e ottobre dello scorso anno (tra Augusta e Siracusa) e poi lo scorso 9 aprile a Siderno. In Calabria è stato anche arrestato, prima del rimpatrio. Ora il nuovo fermo e il trasferimento a Cavadonna. Nell’annotazione redatta dagli uomini della Marina Militare e della Guardia di Finanza e trasmessa alla Procura della Repubblica si sottolinea “l’assoluta mancanza del rispetto delle condizioni minime di sicurezza e la totale imperizia e imprudenza tenuta nella conduzione del peschereccio, ostinatamente condotto verso una zona di mare su cui imperversavano condizioni marine proibitive anche per navi di maggiori capacità rispetto al peschereccio stracarico(mare forza 6/7)” Condizioni da cui si dedurrebbe che “la condotta posta in essere dal presunto scafista avrebbe potuto determinare il ribaltamento o l’affondamento del peschereccio, senza l’intervento tempestivo di Nave Bergamini”.
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