Avola. Operazione Notte Bianca: i "cugini", il codice, le donne e la droga

 Avola. Operazione Notte Bianca: i "cugini", il codice, le donne e la droga

Il giorno dopo l’operazione Notte Bianca, con la quale i carabinieri hanno stroncato un fiorente traffico di droga nella zona sud di Siracusa con regia ad Avola, emergono ulteriori dettagli. L’organizzazione utilizzava un “particolare” linguaggio nelle conversazioni captate dagli inquirenti. Talmente criptico da costringere gli indagati ad utilizzare parole ed espressione spesso avulse dal contesto cui si riferiva il dialogo.
Così, ad esempio, i componenti la rete erano i “cugini” sebbene non vi fosse alcun vincolo reale di parentela. La droga era il “caffè”, o la “prevendita” o – molto più spesso – si usavano nomi di auto o parti di ricambio di mezzi vari.
Il catanese Antonino Vicino, individuato dagli inquirenti come il presunto canale di approvvigionamento dello stupefacente, era indicato con il nome di “pizzaro” (rivenditore di pezzi da ricambio, ndr) in quanto, nel contrattare la vendita di stupefacente, si riferiva alla sostanza chiamandola come autovetture, motori, testate e turbine e ogni parola indicava anche una diversa quantità di stupefacente.
Emblematica, per comprendere il linguaggio criptico utilizzato dagli indagati, è una intercettazione in cui un acquirente non soddisfatto della qualità dello stupefacente acquistato, si lamenta con il proprio fornitore parlando della droga come di una autovettura difettosa.
Altro aspetto significativo emerso nel corso dell’indagine è il ruolo svolto dalle donne per lo spaccio. Le 4 donne colpite da misura cautelare hanno ruoli diversi tra di loro, chiaramente delineati nel corso dell’attività di indagine. Sonia Silvia (1981) all’occorrenza sostituisce in pieno il convivente Gianluca Liotta svolgendo l’incarico di intermediario nella compravendita dello stupefacente o dedicandosi in prima persona allo spaccio durante il periodo in cui Liotta era ai domiciliari.
Cristina Ferrara (classe 1995), compagna di Domenico Bruni, oltre ad essere dedita in alcune occasioni allo spaccio in strada, avrebbe anche fatto da autista al compagno in occasione di alcuni viaggi da/per Catania per rifornirsi di sostanza stupefacente. Significativo, al riguardo, che il telefono della ragazza sia utilizzato per fissare gli appuntamenti e che in occasione sia dell’arresto di Bruni, che di una sua denuncia a piede libero, la giovane donna fosse sempre in sua compagnia, annotano gli investigatori.
Grazia Macca, avolese (classe 1972), già compagna di Salvatore Santoro, sarebbe la “custode” della sostanza stupefacente acquistata dall’uomo per essere immessa nel mercato. La stessa, infatti, è stata arrestata insieme a quest’ultimo il 23 gennaio 2016 quando i due furono trovati in possesso di 13 grammi di cocaina e di un ingente quantitativo di denaro contante.
Valentina Roccaro, (classe 1991), sarebbe stata dedita in alcune occasioni allo spaccio in strada. La stessa, in data 18 gennaio 2016, è stata denunciata in quanto trovata in possesso sia di sostanza stupefacente del tipo hashish del peso complessivo di poco meno di 23 grammi circa sia di materiale atto al confezionamento.

 

Potrebbe interessarti