Botti di fine anno, appelli e divieti. In Ortigia vendita e utilizzo vietati fino al 2 gennaio
Sono centinaia i Comuni in tutta Italia che hanno accolto l’appello del Codacons, adottando ordinanze e misure restrittive per limitare l’uso dei botti a Capodanno e tutelare la sicurezza dei cittadini, la salute pubblica e il benessere degli animali. Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, ha tracciato un primo bilancio dell’iniziativa, definendola “un segnale importante di responsabilità istituzionale”.
L’associazione dei consumatori richiama l’attenzione su un fenomeno strutturale e tutt’altro che episodico, il mercato illegale dei fuochi d’artificio. Si tratta di ordigni spesso realizzati in ambienti clandestini, privi di qualsiasi standard di sicurezza e immessi sul mercato attraverso canali informali e difficilmente tracciabili, anche mediante strumenti digitali.
Anche il Partito Animalista Italiano ha rinnovato il suo appello contro l’uso dei botti di fine anno, una pratica che provoca gravi sofferenze agli animali, un pesante impatto ambientale e seri rischi per la salute pubblica.
“Chiediamo ai sindaci di vietare, con apposite ordinanze, i botti di fine anno e, altresì, che vengano intensificati i controlli sul territorio con sanzioni per chi non rispetta tali ordinanze”, dice il referente siciliano Patrick Battipaglia.
Bisogna però chiarire il tema. A livello nazionale esiste già il divieto per quel fenomeno che viene definito come “botti clandestini”. Quanto ai giochi pirotecnici di libera vendita, è possibile normarne l’uso in determinate zone ed in determinati orari, non essendo di per sè dei botti illegali. Come a dicembre dello scorso anno, allora, anche Palazzo Vermexio ha adottato una ordinanza che istituisce il divieto di vendere e utilizzare fuochi d’artificio in Ortigia, fino alla mattina dell’1 gennaio. Valido anche il divieto di vendita di bevande in vetro, come da disposizioni nazionali in materia di grandi eventi pubblici.














