Buoni Spesa a Siracusa, ultimi giorni di attesa prima dell'invio: perchè c'è voluto tanto tempo?

 Buoni Spesa a Siracusa, ultimi giorni di attesa prima dell'invio: perchè c'è voluto tanto tempo?

Non è ancora partita a Siracusa la distribuzione dei buoni spesa regionali. Eppure il termine per la presentazione delle istanze è scaduto il 30 aprile ed in molti ritenevano sufficienti un paio di settimane per completare le dovute verifiche. Ed invece, tre settimane dopo, le famiglie indigenti ancora attendono una risposta. Ma il bisogno, purtroppo, non aspetta.
Maura Fontana, assessore alle Politiche Sociali, difende il lavoro degli uffici. “Il decreto regionale che ha dettato le linee guida per l’erogazione dei buoni spesa è ben diverso da quello nazionale. Ed è una cosa che abbiamo ribadito sin dalla presentazione dell’iniziativa”, spiega l’assessore Fontana. “Faccio un esempio. Le domande sono state circa 4.500 e se dovessimo esitarle tutte favorevolmente, servirebbero 2,2 milioni di euro. Ed invece la Regione ci ha messo a disposizione 700mila euro. In questo caso, siamo obbligati a distribuire quanto in cassa in maniera proporzionale tra gli aventi diritto”. Il che significa dovere rifare i conti una, due, tre volte, a verifiche in corso.
“Gli uffici devono controllare l’istanza ed i documenti, poi decretarne l’ammissibilità o meno. Ora stiamo procedendo alla graduatoria, per stabilire chi appartiene al gruppo A, a quello B ed a quello C (diversi importi in base ai componenti il nucleo familiare, ndr). E sulla base di questi dati si deve ricalcolare la distribuzione in maniera proporzionale. Le istanze, così, devono essere dunque riviste più volte”.
Tutto molto tecnico ma che, in fondo, importa poco a chi deve fare i conti con la dispensa vuota ed attende come manna dal cielo la misura di sostegno economico che ancora non arriva. “La prossima settimana liquideremo i primi buoni spesa”, assicura l’assessore Fontana. Gli aventi diritto riceveranno un messaggio con un codice per il portafoglio elettronico da spendere nei negozi convenzionati.
“Vorrei approfittarne – aggiunge la responsabile delle Politiche Sociali – per ricordare che i buoni servono per acquistare beni di prima necessità e non telefonini, tv, alcolici, come qualcuno ha tentato di fare in passato. E questo ha creato ulteriori problemi nella contabilizzazione delle uscite”.

 

Potrebbe interessarti