C'era una volta il PalaEnichem: chiuso e in degrado, la Regione accende i riflettori

 C'era una volta il PalaEnichem: chiuso e in degrado, la Regione accende i riflettori

Per vent’anni è stata la casa della pallacanestro femminile siciliana. Oggi il Palaenichem di Priolo è una struttura sportiva chiusa e in abbandono. Il solito paradosso di una terra avara con lo sport e le strutture sportive. Dopo i fasti vissuti con l’epopea della Trogylos Priolo di Santino Coppa, due scudetti e una Coppa Campioni, il palazzetto priolese si è dovuto piegare ad un triste destino.
Ma oggi pare esserci una speranza per un suo nuovo utilizzo. L’assessore regionale allo sport, Manlio Messina, ha assicurato sul quotidiano online SiciliaBasket.it di aver dato mandato agli uffici di approfondire la vicenda. “Tecnici già a lavoro. Serve capire se è possibile un intervento da parte della Regione e dunque del nostro Assessorato”, le parole dell’assessore.
A riportare attuale il “caso” del palazzetto di Priolo è stato l’ex presidente Carlo Lungaro, Stella d’oro Coni per merito sportivo, con un lungo post su Facebook. Fu la prima struttura sportiva privata di quelle dimensioni, nata prima dei palasport di Trapani e Acireale. Per costruirla, l’Irfis concesse un mutuo di quasi 10 miliardi di lire alla Cittadella srl poi dichiarata fallita. Tra rate di mutuo non pagate, crisi della società sportiva e litigi vari, il PalaPriolo ha chiuso i battenti.
La struttura venne aperta nel 1988. Ha ospitato concerti, la World League di pallavolo, coppe europee di basket e sfide epiche del massimo campionato femminile di pallacanestro. Per riaprirlo, l’Irfis chiede oggi una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Una somma che spaventa e allontana chiunque potesse avere un minimo di interesse per la struttura sportiva. I costi di gestione e la manutenzione straordinaria necessaria fanno paura. La Regione potrebbe promuovere un consorzio pubblico (con Comune di Priolo ed ex Provincia) o misto pubblico-privato. Ma servirebbero studi concreti e di fattibilità sui costi e sulle prospettive per non zavorrare in partenza un’operazione di salvataggio di un pezzo pregiato del patrimonio sportivo siciliano. In seconda ipotesi, il Comune di Priolo non esclude la possibilità di assumersi i costi di gestione per riaprire le porte dell’impianto.

 

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