C’era una volta la Casa del Pellegrino, dopo l’incendio intimata la chiusura degli accessi

 C’era una volta la Casa del Pellegrino, dopo l’incendio intimata la chiusura degli accessi

L’incendio della notte scorsa è solo l’ultimo oltraggio patito dalla ex Casa del Pellegrino. Dopo il fallimento della gestione alberghiera e il tentativo non fortunato di ripartenza, si erano fatte diverse ipotesi per il futuro della struttura: covid area durante la pandemia, poi un progetto di social housing. Ma le porte dell’edificio di proprietà comunale, in concessione all’ente Santuario Madonna delle Lacrime, dal 2019 non sono mai più state aperte.
Anche per via di un lungo contenzioso giudiziario, dalle alterne sorti, concluso dal Cga della Regione Siciliana nelle settimane scorse, con la decisione di restituire la ex Casa del Pellegrino alla disponibilità del Santuario, bocciando la mossa del Comune che aveva revocato la concessione.
Solo che, nel frattempo, i malintenzionati avevano già visitato a più riprese gli interni. Prima hanno razziato qualunque cosa potesse avere un qualche valore, compresi i cavi elettrici in rame; poi è stata la volta del vandalismo senza senso. Oggi quell’edificio abbandonato e senza “funzione” è una sorta di ricovero clandestino per senza fissa dimora. Forse dalla disattenzione di uno di loro (candela, accendino?) è partito il rogo della notte scorsa. Danni contenuti, il grosso era già stato consumato.
I Vigili del Fuoco hanno intimato la chiusura di tutti gli accessi, per ragioni di sicurezza. In parole povere, significa che porte e finestre del piano terra vanno tutte murate, rese inaccessibili. E già si intravede il vecchio scontro che riaffiora: chi dovrà occuparsene? Il Comune proprietario dell’edificio o l’ente Santuario Madonna delle Lacrime che lo detiene in concessione?

 

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