Città Giardino. Nuovo centro migranti, il Comune si oppone: dal prefetto segnali di apertura

 Città Giardino. Nuovo centro migranti, il Comune si oppone: dal prefetto segnali di apertura

Animi più sereni dopo l’incontro di ieri in prefettura. I rappresentanti del Comune di Melilli e dei residenti di Città Giardino hanno incontrato il prefetto, Armando Gradone, ribadendogli le ragioni per cui si oppongono alla realizzazione di un nuovo centro di accoglienza per migranti. Stempera la tensione la posizione assunta da Gradone, che ha manifestato la propria disponibilità a “non assumersi la responsabilità di consentire l’apertura di un altro centro di accoglienza nel caso in cui il Comune dica no, motivando tale indirizzo in maniera circostanziata e dettagliata”. In prefettura hanno spiegato le loro ragioni, tra gli altri, il vicesindaco Enzo Coco e l’assessore allo sport, turismo e spettacolo, Daniela Ternullo, insieme ai rappresentanti del consiglio comunale  Nuccio Scollo, Salvo La Rosa, Salvo Midolo e Tommaso Cannella. Confermata l’imminente pubblicazione di un avviso pubblico per la gestione di un centro di accoglienza, con cui si chiederà la disponibilità ai comuni del siracusano. Tra questi anche Melilli. Dopo il diniego informale del primo cittadino, adesso l’amministrazione comunale dovrà . “La nostra posizione non è cambiata – ha detto il vicesindaco Enzo Coco – Città Giardino non è nelle condizioni di accogliere altri extracomunitari perché il Comune non potrebbe farsi carico delle necessarie politiche di assistenza per altre 60 persone. Non solo. Manca un presidio di forza pubblica ed il territorio non è sufficientemente controllato. Aprire un altro centro significherebbe provare la pazienza dei residenti che, a più riprese, hanno lamentato furti in abitazioni e schiamazzi notturni”. I residenti, hanno consegnato al rappresentante di governo un documento con 332 firme e la richiesta, non solo di non permettere l’apertura di nuove strutture, ma anche di revocare il contratto con “Le Zagare”, uno dei due centri di prima accoglienza di Città Giardino. “Qualora non fosse possibile – si legge nel documento – chiediamo di riformulare per il 2017 l’eventuale bando per la ricerca di queste strutture in altro modo, tenuto conto del numero di abitanti presenti in ogni Comune”.  “La legge – ha detto Gradone – obbliga i prefetti a individuare dei centri per la sistemazione dei migranti che, sulle coste siciliane, arrivano senza soluzione di continuità. La patata bollente spetta a noi e, non avendo la bacchetta magica per venire a capo di situazioni intricate, chiediamo comunque ai Comuni di avere buon senso, collaborando come possono per la prima accoglienza. Città Giardino avrà i suoi buoni motivi per opporsi all’apertura di un nuovo centro. Al Comune di Melilli sarà chiesto quali sono i motivi e, se validi, non potrò non tener conto della volontà degli amministratori pubblici locali”.  Il consigliere comunale Salvo La Rosa ha ribadito come sia importante tenere in considerazione la volontà popolare. “Motivi di ordine pubblico – ha detto – suggerirebbero di non andare oltre perché la gente è stanca e potrebbe reagire in maniera scomposta. A quel punto, almeno personalmente, non mi sentirei di condannare eventuali episodi di intolleranza, perché a tutto c’è un limite. Città Giardino ha già dato, accoglie sul suo territorio un numero cospicuo di migranti ed è impensabile continuare a tirare una corda che a questo punto, rischia di spezzarsi”. Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Corradino, delegato amministrativo. “La frazione – ha detto – non ha gli “strumenti” adatti per accogliere, degnamente, i richiedenti asilo. Mancano i requisiti minimi di sicurezza, a cominciare da un capillare servizio di controllo del territorio. Le due strutture esistenti sono più che sufficienti per una comunità di 2500 abitanti. Capisco le difficoltà e i malumori dei miei concittadini, che hanno lamentato problemi di varia natura, compresa la presenza massiccia per strada di gruppi di extracomunitari a tutte le ore della notte. E purtroppo molti residenti non riescono più a dormire”.

 

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