Contraffazione 2.0, diretta social e Lamborghini. La Finanza: “Tracciamo anche chi acquista”

 Contraffazione 2.0, diretta social e Lamborghini. La Finanza: “Tracciamo anche chi acquista”

Anni fa si partiva dalle bancarelle al mercato, oggi il contrasto ai “falsi” si concentra sui social. Come bene dimostra peraltro l’operazione della Guardia di Finanza di Siracusa. “Il crimine si è evoluto, per cui anche noi siamo attivi su tutte le piattaforme social per intercettare questo tipo di illeciti”, commenta su FMITALIA il colonnello Jonathan Paci, comandante provinciale della GdF. Tre persone sono state identificate e denunciate. “Gli indagati sostanzialmente commercializzavano prodotti, devo dire di ottima fattura, però falsi. Utilizzavano come canali TikTok ed Instagram e ultimamente, negli ultimi due mesi, hanno addirittura aperto un sito internet, modello quasi professionale, dove i prodotti erano catalogati per genere, prezzo, con foto in alta definizione e vendevano, appunto, su tutte queste piattaforme, per un giro di affari veramente importante. Abbiamo ricostruito come negli ultimi cinque anni abbiano venduto circa 12 mila articoli, per un fatturato di oltre 2 milioni di euro”. Può sorprendere l’uso disinibito delle dirette social come canale per vendere prodotti contraffatti. Quasi una sfida alle forze dell’ordine, come se vigesse una franchigia di impunità. “Sostanzialmente sì, diciamo che non solo in questo, sapete, sui social c’è un po’ di tutto, per cui il sentore dell’impunità esiste. Noi della Finanza, come le altre forze d’ordine, siamo sempre più operativi su questi canali, proprio per intercettare diverse forme di illeciti”, spiega il colonnello Paci.
Quartier generale era una villa con piscina alla periferia di Siracusa. “All’interno il principale indagato aveva ricavato una stanza a vera boutique. Da qui faceva le dirette. E questo soggetto era si era appena comprato una Lamborghini Urus del valore di 270 mila euro. Eppure negli anni scorsi figurava come percettore del reddito di cittadinanza perchè per lo Stato era nullatenente. Una sproporzione di reddito evidente. Hanno investito i soldi ricavati dalle vendite illecite in autovetture e soprattutto nella bella vita: vacanze, comodità, tecnologia. Adottavano il metodo di prelevare subito tutto quello che incassavano. Tant’è vero che sui conti correnti – spiega il comandante della GdF – non abbiamo trovato grosse cifre. Per sfuggire ai controlli ci siamo anche accorti anche che avevano acceso nei conti correnti in Belgio, in Irlanda del Nord, in Lituania”.
Chi compra seguendo queste dirette è spesso consapevole che il capo oggetto di vendita è tarocco. Il prezzo è il primo elemento chiave. Il primo pensiero è la convenienza, ma attenzione: chi compra in questo modo è passibile di multa. “Tracciando chi ha acquistato, si può elevare una sanzione amministrativa. Sono cose che noi adesso andremo a sviluppare. E’ previsto dalla normativa, le multe saranno recapitate a casa. Importante, intanto, era bloccare questo flusso illecito di denaro”. Soldi sottratti al circuito legale, senza tassazione e quindi risorse in meno – in senso lato – anche per i servizi pubblici ed a beneficio solo di un canale illegale su cui si sono concentrate le indagini.

 

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