Cosa ci lascia D&G? Oltre ai lustrini, la sensazione che c’è anche un’altra Siracusa da raccontare

 Cosa ci lascia D&G? Oltre ai lustrini, la sensazione che c’è anche un’altra Siracusa da raccontare

Un world event in piena regola, per proiettare Siracusa in una dimensione lontana dal suo ordinario. Una dimensione da belmondo, con lista di stelle di grandezza planetaria (Mariah Carey, Sharon Stone, Helen Mirren, Monica Bellucci, Christian Bale e molti, molti altri), vip e stravaganza. Tavoli bianchi in piazza Duomo per assistere all’evento, il decennale alta moda Dolce & Gabbana con le creazioni alta moda del duo di stilisti che ha fatto innamorare il mondo. Creazioni uniche, con quegli evidenti richiami alle tradizioni siciliani rivistati nel materiale e nei colori marchi di fabbrica “molto italiano” di Dolce & Gabbana.
Entrando in piazza Duomo da via delle carceri vecchie, non c’è stata attrice, cantante o calciatore che non abbia alzato gli occhi verso il Duomo per esplodere in un “wow” a tutta bocca. Che cosa resterà di questa notte da showbiz a Siracusa è facile immaginarlo, se persino Sharon Stone ha imparato a pronunciare un “Syracuse” che suona già incredibilmente internazionale per una città che soffoca nella sua bolla che non supera ordinariamente Targia.
Ma, questa volta, è stato il mondo ad oltrepassare “i ponti” ed a trasmettere una unicità, una bellezza ed un fascino che – al netto di mille problemi purtroppo quotidiani per le città italiane – fanno adesso di “Syracuse in the island of Sicily” una meta desiderabile. Si, anche perchè ci sono stati Dolce & Gabbana e quelle star (che hanno scoperto solo adesso questo puntino sul Mediterraneo) i cui instagram scoppiano di follower che hanno già messo il cuore in quella destinazione adesso improvvisamente glamour.
Certo, le erbacce a bordo strada restano ancora un problema, come la spazzatura e la frattura tra centro e periferie o i servizi al lumicino. Non era compito di D6G occuparsene o risolverli. E non basta certo una passata di glitter. Ma almeno è chiaro a tutti che c’è anche un’altra Siracusa che si può raccontare e mostrare, oltre ai suoi guai. Quella che lavora, quella che attrae, quella che funziona, quella che piace. E almeno per una sera, vincere agli occhi del mondo per realizzare che – con impegno e senza tutor – fatta una volta, si può riuscire ancora e ancora nel quotidiano.

 

Potrebbe interessarti